Full text: La scultura del Trecento e le sue origini (4)

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one non conserva la le prove date con le loro opera subtilia nel duomo, sagaces 
unità, poichè, mentre et subliles magistri in intalliis. 
divino e gli offrono Mentre lavorava a Siena Nicola non lasciò di accudire ai 
avallo, preceduti da lavori del duomo e del battistero di Pisa, per i quali, nell’atto 
»mpagnati da cava- per il pergamo con fra’ Melano, operaio della cattedrale se- 
o da un araldo del 
Re, guardati da un 
o il trono del fan- 
due momenti diversi 
con un’abbondanza 
1 fondo coperto dalla 
Nella base del pul- 
rrammatica in atto di 
vecchia e scarna, che 
a della Purificazione; 
nel suo grembo. Tra 
ivio è la Filosofia con 
come un console dei 
ica che fa i conti sulle 
la Musica con l’arpa, 
trolabio. Quantunque 
rza propria di Nicola 
ito da farci pensare 
0i  cooperatori: nella 
elle pieghe, c’è una 
leroso maestro. Forse 
7 fiorentini che lavo- Fig. 6 — Perugia, Fonte di Piazza. Opera di Nicola d’Apulia e di Giovanni Pisano. 
(Fotografia Alinarî}) 
di Nicola d’ Apulia, | 
fano, Ai due maestri, nese, stipulato nello stesso battistero di Pisa, si era riservato 
Brentino, fu concessa il diritto di assentarsi a fine di dar consiglio sul loro prose- 
podestà e di quattro puimento. A Siena, Nicola stette certamente nel 1266, e dal 
mune di Siena, man: luglio del 1267 alla fine di maggio dell’anno successivo, 
liberazione, magistri i LV, MILANESI, op. cit., 1. 153 e seg. Non risulta, però, dai pagamenti a 
è Nicola d’Apulia per l’opera del pergamo, il nome di Goro, che più volte è stato 
essendo quelli, per indicato tra i discepoli di quello scultore, forse perchè nella citata deliberazione 
comunale è messo insieme a Donato e a Lapo.
	        
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