Full text: La scultura del Trecento e le sue origini (4)

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Madonna. Tommaso s’ industriò a imitare il fratello, a copiarlo 
anzi nelle figure della Vergine e degli angeli dalle braccia 
conserte nel monumento Saltarelli, senza riuscire, col rozzo 
scalpello, a dar nessun segno della grazia di lui. 
A Tommaso viene assegnato il monumento dei Gherar- 
deschi, in Camposanto (fig. 499), che appartiene invece a un 
tardo seguace di Giovanni Pisano, con certe figure lunghe, 
coniche, che in Tommaso non si ritrovano. Sua invece è 
una lastra, ora al Camposanto (fig. 410). dove si vedono in- 
ginocchiati Gaddo di Cieri Upezinghi e sua moglie Giovanna 
del conte Arrigo della Gherardesca, che così si fecero ritrarre 
in memoria della pace conchiusa tra le due famiglie rivali, alle 
quali i coniugi appartenevano. Stavano essi in adorazione del- 
l’ Ecce-Homo, ch'era figurato disopra, ed ora vedesi separato 
nella chiesa di Santa Cecilia, in Pisa, alla destra dell’altar 
maggiore. La debolezza de’ ritratti ben si conviene a Tom- 
maso, mentre la nobiltà di Cristo è elaborata e degna opera 
di Nino. Può credersi che questi affidasse al fratello la esecu- 
zione di alcune parti de’ suoi lavori, e come in Santa Maria 
della Spina una delle tre statue nel fondo della chiesuola è 
di Tommaso, e due sono di Nino, così nel ricordo di pace 
Upezinghi-Gherardesca la parte inferiore fu eseguita dal 
primo, la superiore e più importante dal secondo. 
Fu però un collaboratore che non contribuì certo alla gran- 
dezza delle opere del fratello. Architetto, iniziò un palazzo 
per il doge Dell’Agnello, lavorò intorno all’ultimo giro del 
campanile, costruì una cappella in Camposanto; orafo, fece 
il modello d’un cimiero o berretto ducale del doge suddetto; 
scultore, oltre le opere accennate, fece una cattedra marmorea 
per quel tiranno suo protettore da mettersi in Duomo, ed ebbe 
incarico di eseguire la tomba di Margherita, moglie del doge, 
da collocarsi pure nella cattedrale; eseguì per l’opera di 
questa nel 1369 alcuni angioli in marmo. Con gli orefici pisani 
partì come balestriere contro i Fiorentini nel 1363, quando 
F 1°)
	        
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