E S00
pezzi decorativi a Brera; altri furono fatti raccogliere e tra-
sportare nella villa di Monza, donde, per dono di Re Um-
berto, si riunirono alle altre membra disciolte della facciata
della chiesa nel Museo archeologico di Milano." Ivi si vedono:
una serie di capitelli (n. 3502, 3503, 1513, 1514), dove sono
teste ridenti tra rose e grandi foglie; le due figure dell’Ar-
cangelo e dell’Annunciata, meno elette di quel che soglia
figurarle lo scultore; frammenti di archi, di una base otta-
gona, ecc.
Dopo il 1347 abbiamo notizia dello scultore solo per la
sua elezione a capomaestro dell’opera del Duomo di Pisa,
nel 1349, senza che egli rispondesse all’appello degli Anziani.
Ma il suo nome non appare più se non in ipotetiche e assai
discutibili attribuzioni. Certo è che il maestro esercitò un
influsso grandissimo sugli scultori di Lombardia, ch’egli fu
il vero promotore dello stil nuovo nell’arte piastica del-
l’Italia settentrionale.
A Giovanni di Balduccio è attribuito il monumento di Az-
zone Visconti, morto, come abbiam detto, nell’anno in cui fu
compiuta l’arca di San Pietro Martire. Oggi si vede frammen-
tario nel palazzo Trivulzio a Milano, e possiamo ricostruirlo
mercè un'’incisione del Giulini.? Era in una forma più svilup-
pata dell’arca di Guarnerio di Castruccio, ma tutta simile. Gio-
vanni di Balduccio vi ebbe parte probabilmente, ma maggior
l’ebbero i Campionesi, suoi aiuti nell’arca di Sant’Eustorgio.
Si attribuisce allo stesso scultore una tavola marmorea
a bassorilievi, sull’altare della cappella dei Magi, in Sant’Eu-
storgio, eseguita nel 1347 (fig. 447). A destra, i Re Magi si
! Bollettino della Consulta del Museo archeologico in Milano, anno r8g2,
serie II, anno V, pag. 37 e seg.
2 Continuazione delle Memorie spettanti alla storia, al governo ed alla descrizione
della città e della campagna di Milano ne’ secoli bassi. Milano, cont. Lib. LXV,
pag. 381; MEYER, op. cit., pag. 25 e seg.