può riconoscere in quello di Giacomo Bossi ( 1355), conte
e cavaliere dell’Impero sotto Carlo IV, figurato nel davanzale
dell’arca, come protetto da’ suoi santi patroni, Ambrogio e
Giovanni Battista, ai piedi della Madonna e del Bambino
Gesù, in atto di offrire divotamente una cappella (fig. 459).
Un altro presunto resto di questo sarcofago si vede presso
la famiglia Frova nel palazzo Borromeo (fig. 460).
Questi monumenti in San Marco non sono le sole testi-
monianze degli influssi di Giovanni di Balduccio sull’arte
lombarda, chè nella facciata stessa della chiesa vi sono di
un seguace del maestro pisano tre figure: due di santi vescovi
e una di San Giovanni Battista; di un altro seguace è la tra-
beazione figurata della porta. E quegli influssi durarono gran
tempo, tanto da osservare non senza meraviglia in San Marco
stesso l’arca dei Birago con gli angioli (fig. 461 e 402),
che ritraggono delle tipiche forme indicate, con la scritta:
XPOFORVS DE LVVONIBVS FECIT ANNO DOMINI MCCCCLV!
Ma dell’estensione presa dall’arte derivata dall’importa-
zione pisana si hanno molte e numerose prove nel Museo
archeologico di Milano. Delle Madonne che adornavano le
porte ve ne sono due concepite in un modo stesso, quella della
Porta Orientale (fig. 463) e l’altra della Porta Romana (fig. 464),
entrambe ricavate da un esemplare di Giovanni di Balduccio,
al quale però non attribuiremo col Mongeri la terza Madonna
del bassorilievo nel timpano centrale tra gli archivolti di
Porta Nuova, composta pure in modo simile e secondo la
forma che la Madonna, il Bambino e i Santi ricevettero nel
tabernacolo dell’arca in Sant’Eustorgio.
Di sarcofagi il Museo archeologico offre quello di Gio-
vanni di Fagnano (7 1376), proveniente dall’antico oratorio
di San Matteo alla Banchetta (fig. 465), già in via Santa
Maria Fulcorina, trasformato nel XVIII secolo in oratorio.
Cfr. Politecnico, vol. IV, fasc. IV, febbraio 1002;
we