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posti in alto dell’ottagono entro il Battistero (fig. 499-504) 
l’influsso del maestro toscano si scorge più chiaramente, e 
meglio ancora nelle figure delle Vzutà (fig. 505-512), pur- 
troppo in gran parte rifatte, all’esterno del Battistero. In 
esse il modello delle donne simboliche di Sant’Eustorgio 
traspare, benchè l’aspetto ne divenga vecchio, e ottusa 
l’espressione; ma tuttavia esse per la loro forma contra- 
stano con le rozze piccole figurette scalpellate sotto il piano 
su cui si innalzano lunghe e strette entro le nicchie. 
Che cosa fosse l’arte senza il soffio rinnovatore che mosse 
da Pisa, può vedersi a Bergamo nel monumento del car- 
dinal Guglielmo de’ Longhi d’Anderaria (7 1319), ' dalle forme 
romaniche, stracche, grosse e inanimate; che cosa divenisse 
poi, oltre gli esempî del Battistero, si vede nella porta di 
Santa Maria Maggiore,* dov'è la scritta: 4 M.CCC LE. MAGIE 
STER | IOHANNES. | DE | CAMPLEONIO | CIVES | BERGAMI | 
FECIT | HOC | opPvs. Più in alto, nella base del tabernacolo che 
sormonta la porta, lo scultore Giovanni da Campione volle 
indicare il progresso del suo lavoro con l’altra scritta: 
+ MAGISTER . IOHANNES . FILIVS . MAGISTRI . VGI DE. CAM- 
PEEONO'. FECIT HOC .OPVS + MCCCLIIT. 
Sul ricco protiro, riccamente ornato negli strombi, sta il 
baldacchino diviso in tre parti; in quella di mezzo vediamo 
Sant Alessandro a cavallo, in arme, con la lancia munita di 
pennone; dalle parti, i Santi Barnaba e Projettizio (fig. 313); 
sul baldacchino, il tabernacolo con la Vergine e il Bambino, 
tra due Sante (fig. 514), una delle quali rammenta in modo par- 
ticolare le Varta all’esterno del Battistero bergamasco. In 
questa opera Giovanni di Campione torna a spiegare la sua 
educazione romanica rifatta sotto gli auspicî di Giovanni di 
Balduccio. Mentre nell’arco del protiro rivediamo il suonatore 
di corno, la caccia infernale, l’inseguimento degli animali, 
1’ DONATO CALVI, op. cit. ILL: Pag. 37. 
2 LuiG1 Canvrz, op. cit., I, pag. 41, — Pasino LocarteLzI, Illustri Bergamaschi. 
Bergamo. 1879. III, pag. 205.