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Mauro Santo tayapiera, che nel 1365 scolpì la tomba di Pietro
di Dante a Treviso."
Tra le arche de’ Carraresi e la tomba del doge Andrea
Dandolo (+ 1354) in San Marco vi è affinità evidente; ma
nelle piccole storie a bassorilievo nel davanzale si dispiega
una facilità di fare tutta nuova, una freschezza, una vivacità
singolari. Trattasi dello scultore che eseguì la tomba di
Mastino II a Verona, detta di un maestro Perino da Mi-
lano, per la fantastica interpretazione di due oscure scritte
del monumento (fig. 639), e aggiudicata poi dal Meyer, con
poca giustezza, ad uno scultore affine a quello della porta
di Santa Maria Maggiore in Bergamo, prossimo quindi a
Giovanni di Campione e al suo seguace Andreolo de’ Bianchi.”
Tutto invece richiama in questo monumento alle arche
dei Carraresi, a Andriolo de Sanctis e a’ suoi cooperatori,
ai maestri della tomba del doge Andrea Dandolo; tutto ci
trae verso l’arte veneziana più che alla lombarda.
Solo un decoratore veneziano poteva adattare le figure del
sarcofago (fig. 640) come su broccato d’oro, e sulla tela aurea
stendere la statua di Mastino II assistito da quattro angioli..
In una delle facce maggiori vedesi il Redentore in trono,
a cui i santi patroni adducono lo Scaligero; nell’altra, C7isto
sul sarcofago tra la Vergine e Giovanni; in una minore, la
Crocifissione; nell’altra, un angiolo con lo scudo del signor
di Verona. Sopra il tiburio che chiude l’arca, ne’ timpani,
sono rappresentati Adumo ed Eva ai lati dell'albero del
bene e del male; gli stessi fuor dal Paradiso, Adamo in-
tento al lavoro ed Eva allattante; la Morte di Caino; Noè
I GEROLAMO BiIscAro, op. cit., pag. 96. Cfr. anche lo scritto dello stesso.
autore: La tomba di Pietro di Dante a Treviso (L'Arte, 1899, page. 417 e seg.).
L’A. mette giustamente a riscontro della tomba di Pietro di Dante quella deb
vescovo Castellano di Salomone nella cattedrale di Treviso.
2 G. M. Rossz, Guida di Verona, 1854, pag. 197.
3 MEYER, op. cit., pag. 83 e seg.