= TO
sendovi qui un modo di comporre insolito ai Fiorentini. Lo
Schmarzow suppose i due ultimi rilievi aggiunti a fine di
completare le storie del fonte esagonale, quando si costruì
il pozzetto e si eresse nella chiesa; e sì mostrò propenso
ad attribuire i primi quattro a tempo anteriore al 1371.
« Qua e là», egli scrisse, « sono sparsi alcuni indizi che ci
fanno risalire ad un’epoca più remota: dove un tipo bizan-
tino, dove alcune pieghe fine, parallele ad uso degli avorî
e delle miniature; anche la parte decorativa, almeno i fo-
gliami dei pilastri, rassomigliano piuttosto a quelli di Ni-
cola Pisano, a cui l’opera si ascrive nelle guides italiane ».
Eppure non è dato pensare che i quattro primi bassorilievi
fossero eseguiti in tempo differente dagli altri due; che i
mercanti di Calimala li raccogliessero, li unissero su di un
pozzetto esagonale, del quale invece sono proprie facce, e
vi facesuero aggiungere le altre due. Nè si vedono tipi
bizantini in quelle forme naturalistiche e nuove, nè la
decorazione ricorda in alcun modo quella di Nicola. Nei
pilastri vi sono ornati gotici con mascherette che termi-
nano i girari come nelle miniature bolognesi del tempo:
il che in Nicola non si vide mai. Bene a ragione invece lo
Schmarzow sentenziò che il fonte non offre nulla di simile
con la scultura fiorentina del Trecento. E noi siamo disposti
a indicarne la provenienza da Venezia, a vedere ne’ basso-
rilievi un prototipo d’arte veneziana, al quale i dalle Ma-
segne mostrano in generale di attenersi, ne’ bassorilievi con
le storie di San Francesco sull’altare scolpito a Bologna.
Anche là le figure lunghe, diritte e scarne; ma qui la forma
è meno convenzionale e più viva; la rappresentazione sche-
matica, mutata in pittoresca scena; il racconto, fattosi più
ampio, con ricchi particolari, con abbondanza di perso-
naggi; la ricerca della prospettiva, insistente e nuova. Il
Vasari * attribuì il fonte battesimale a Giovanni Pisano. Il
I Le Vite, ed. Sansoni, I, pag. 313.