— 48 —
l’eredità di tutta la semenza artistica di Nicola e di Gio- ziato
vanni fu raccolta dai due cortonesi, Agnolo e Francesco, ma per s
la atletica potenza di Nicola e la forza drammatica di Gio- adope
vanni irromperà solo più tardi, nell’opera di Jacopo della lo co!
Quercia, che non smusserà, come i suoi precursori senesi pieni in cui
di grazia, gli spigoli degli esemplari di Giovanni Pisano, Sarde
non ne levigherà le forme scabre, non ne tratterrà gl’ im- menic
peti violenti. Alfon
L’erede principale della virtù di Nicola fu Giovanni Pi- riposa
sano, che sparge come da pieno ventilabro per la Toscana sepol
e per l’Umbria l’arte sua e s’inoltra sino a Padova, ove per l.
lascia frutti che più tardi Pier Paolo e Jacobello delle Ma- solent
segne raccoglieranno. E mentre Giovanni propaga in Italia a Nic
l’arte, spoglia delle vesti antiche datele da Nicola, Arnolfo, Davia
suo compagno, la riveste di classica bellezza a Roma, ove qualc!
vince e rinnova l’arte de’ Cosmati; fra’ Guglielmo, altro di- vento
scepolo di Nicola, scolpisce a Bologna l’arca di San Dome- MSs.
nico, fornendo in mezzo all’Emilia un esemplare delle forme dell’o
nuove; Andrea da Pontedera getta le prime porte di bronzo gistri
del « bel San Giovanni», per le quali passò trionfante l’arte Nicol:
moderna. E vive Andrea nell’opera del figlio, di Nino Pi- corret
sano nobilissimo, e in quella de’ suoi seguaci, che scolpirono rina <
le grandi stele figurate della facciata del duomo d’Orvieto, tetto <
e nelle altre di Pacio e di Giovanni da Firenze, che con che c
Tino da Camaino fornirono esempî indimenticabili agli scul- non
tori del Mezzogiorno, e infine ne’ monumenti di Balduccio Guilie
da Pisa, che a Sarzana, a Genova, a Milano e a Pavia portò labora
modelli per i maestri di Campione e di Como. Così mentre minici
l’arte, nata sotto il romano impulso di Nicola d’Apulia, s’in- quem
sinuava da Padova nel Veneto, scorreva d’altra parte, da Mi- o
lano e Pavia, a Verona e a Venezia, lasciando forme che alla
fine del Trecento rifiorirono e si elevarono sino al corona- eg
mento della basilica di San Marco. 2 Ci
Il più vecchio tra gli scolari di Nicola è fra’ Guglielmo. mA
Entrato laico tra i Domenicani nel 1256, fece il suo novi- chitetti .
A