= 1Q07
SALVE + PLENA + MVNDI + SALVS + MVLIERVM + VERA LAVS +
TEQVM + ERIT + DOMINVS. I due oggetti portano la marca
SvVL delle officine suimonesi. Essi mostrano come l’orefi-
ceria abruzzese abbia avuto grande sviluppo, parallelo alla
senese, nella seconda metà del secolo XIV, in cui operò Cic-
carello di Francesco. Ebbe questi un figlio di nome Masio,
il quale lavorò una croce nel 1370, e fu ricordato in un do-
cumento dei 1393 così: Masio Ciccarelli Francisci de Sal
mona.
Il calice in argento smaltato con le armi di Guzman, nel
Museo del Louvre, è costruito come i calici senesi, ma il
piede è più piatto, il fusto più rigido, la coppa tutta ornata
da vitalbe. Tuttavia gli smalti del piede, con le rappresen-
tazioni dell’Antrata di Cristo in Gerusalemme, del Bacio
di Giuda, della Salita al Calvario, della Crocifissione, hanno
caratteri veramente senesi. Tali caratteri si riscontrano anche
nel bellissimo calice del Museo Poldi Pezzoli a Milano (n. 163).
Importanti sono pure il calice della cattedrale di Pistoia
eseguito nel 1373 da Andrea Pietro Braccini, e l’altro do-
nato da Galeazzo Visconti alla basilica monzese, con un
gran nodo a decorazione architettonica come nei reliquiarî
del Roseto."
Di pastorali del Trecento diamo tre esempî: il primo,
della cattedrale di Sulmona (fig. 752), il secondo, del Museo
dell’opera del Duomo di Siena (fig. 753), il terzo, della cat-
tedrale di Città di Castello (fig. 754). Quello di Sulmona,
donato da Innocenzo VII, come abbiam detto, col calice
descritto, pare opera dello stesso orefice Ciccarello di Fran-
cesco, quantunque manchi del marchio delle officine sulmo-
nesi e non abbia alcuna iscrizione. Ma negli scomparti qua-
drilunghi il riccio ha fregi argentei smaltati di rosso, verde
e azzurro, secondo la gamma colocristica di Ciccarello nel
I Luca BELTRAMI, L’arte negli arredi sacri della Lombardia. Milano, 1897»
tav. XVI.