Full text: La scultura del Trecento e le sue origini (4)

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anche il padiglione dietro la statua di San Giacomo, con due 
figure d’angioli che lo reggessero; ed inoltre di guarnire e 
compiere la tavola. Nè bastò: gli fecero eseguire un’A7- 
ununciata con l’angelo, quella da un lato dell’altare, questo 
dal lato opposto, l’uno e l’altra ancora visibili nel pannello 
inferiore. Il monumento, fatto a pezzi in un periodo così 
lungo di tempo, mancava d’unità; e si coronò nel 1394 se- 
condo il disegno di Giovanni di Bartolomeo Cristiani pittore, 
e per l’opera di Nofri di Buto fiorentino e di Atto di Piero 
Braccini, i quali fecero il Redentore in trono con dieci Che- 
rubini attorno e con due schiere di angioli ai lati. 
L’opera cominciata modestamente, continuata da Andrea 
di Jacopo di Ognabene, nobilitata da Gilio Pisano e dal- 
l’opera di maestro Piero, crebbe d’importanza e di valore 
quando Leonardo di ser Giovanni, orafo fiorentino, vi ag- 
giunse le istorie di San Jacopo; e quando infine Nofri di 
Buto, da Firenze e Atto di Pietro Braccini pistoiese coro- ‘ 
narono l’altare. Da allora in poi non si trattò più se non © 
di piccole aggiunte e di ritocchi. In alto, tanto. a destra TE 
quanto a sinistra delle due antiche figure, se ne mise un’altra n 
di maestro sviluppato e nuovo; e così in basso, alla estre- ' 
mità: della zona dov’è l’Annunciazione, sì misero entro qua- d 
drilobi due mezze figure di Profeti, che, secondo le indagini ! 
del Chiappelli," sono di Pippo di Firenze, cioè di Filippo 
Brunellesco: sono essi i due bustini di Zsaia e di Geremia, 
già indicati dal Vasari nella testa dell’altare di Santo Jacopo. 
Quando il Brunellesco eseguì quelle orosseriè aveva solo 
ventitre anni; eppure sapeva ispirar forza all’ampia e salda b 
struttura de’ suoi personaggi. i’ 
Siena iniziò l’opera; ma quando si volle la statua del 
patrono, si ricorse a Pisa, alla fonte dell’arte scultoria; e più i 
tardi, per completare il monumento. si ricorse a Firenze, che E 
aveva ereditato da Siena e da Pisa ogni forma bella. : 
| ALESSANDRO CHIAPPELLI, Due sculture ignote di Filippo Brunelleschi (Rivista 
ad’ Italia, 1899). 
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