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Giotto a Firenze al principio del secolo XIV — L’opera di Giotto a Padova nella
cappella degli Scrovegni; le storie della Vita de’ genitori della Vergine, di
Maria e di Cristo; le allegorie delle Virtù e dei Vizi; il Giudizio Universale —
Supposte peregrinazioni di Giotto — Suo ritorno a Firenze verso il 1312 —
Lontananza di Giotto da Firenze nel 1317 — Pitture di Giotto in Santa Croce
a Firenze nelle cappelle Bardi, Tosinghi e Spinelli, Peruzzi — Pala d’altare
per San Pietro eseguita intorno al 1320 — Giotto ad Assisi e suoi affreschi
nella cappella della Maddalena — Giotto a Napoli presso Roberto d’Angiò —
Giotto a Firenze capomaestro dell’Opera del Duomo — Pitture nel palazzo
del Podestà — Giotto a Milano — Sua fine nel 1337-
Veduti gl’inizî dell’arte di Giotto in Assisi, dove, a
quanto si crede, fu chiamato da Fra Giovanni di Muro della
Marca, generale de’ Francescani nel 1296, e a Roma, dove
per il grido della sua rinomanza, dal mecenate Jacopo Gae-
tano Stefaneschi cardinale fu scelto a comporre di musaico
laNavicelia nell'atrio di San Pietro, e dal pontefice Bo-
nifacio VIII a eternare il ricordo solenne del Giubileo in
San Giovanni Laterano, seguiamolo a Firenze, ove della
sua vocazione all’arte si novellava con entusiasmo. Narravasi
che fanciulletto, mentre le sue pecore pascevano, con un sasso
appuntito le ritraesse su d’una lastra piana, e che, vedutolo
Cimabue, lo menasse seco a Firenze. Altri diceva che Giotto,
acconciato dal padre presso un mercante di lana, invece di
recarsi al fondaco, sì fermasse alla bottega di Cimabue e
« sì rimanesse co’ dipintori, dove la natura sua il tirava ».
Tornato glorioso da Roma a Firenze, il continuatore di Ci-
mabue, secondo alcuni storiografi, eseguì gran numero di
1 Il primo racconto leggesi nel Vasari, che lo trasse dal Commentario del GHIBERTI;
il secondo nell’anonimo commento di Dante, scritto a Firenze nella fine del Trecento.
pubblicato a Bologna dal 1866 al 1874.
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