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bolgia infernale, costruì nella cerchia del circo il suo castello,
e presso questo l’oratorio che Giotto eternò. Sorse la cap-
pella tra il 1303. e il 1305, modesta, semplice, a una sola
navata con abside poligonale, e quale poteva immaginare un
pittore che volesse risparmiare spazio per i suotî affreschi.
Per ciò la tradizione ne ha fatto autore Giotto medesimo.*
Si chiamò chiesa dell’Annunziata ed anche di Santa Maria
della Carità.
Vuolsi che il pittore ne abbia finito la decorazione il
25 marzo del 1305, quando si consacrò solennemente la chie-
suola e, per concessione del Maggior Consiglio veneziano,
si apparò con gli arazzi della basilica di San Marco. Ciò è
difficile a credersi, per la grandezza dell’opera, per essere
stata lasciata incompiuta da Giotto nella tribuna e nell’abside,
e infine perchè sarebbe mancata la necessità di quell’appa-
rato nella chiesa vestita d’affreschi. È probabile che l’artista
avesse iniziata l’opera e la conducesse innanzi, passata la
solennità della consacrazione, dipingendo tutta la nave della
chiesa: nel muro della facciata, all’interno, il Giudizio Unt-
versale; nella volta, in grandi medaglioni, Cristo benedicente,
la Vergine e Profeti, nelle pareti a destra e a sinistra, come
nell’arco trionfale, le storie della Vita di Maria e del Reden-
tore; nello zoccolo di quelle pareti, le Vi7#4 contrapposte
ai Vizi.
Nella prima zona più alta, a destra, s’inizia la storia dei ge:
nitori della Vergine, con la Cacciata di Gioacchino dal tempio
1 Lo SCARDEONE (De antiquitate urbis Patavii, Basilea, 1560) pubblica un’iscrizione
che segna la data della fondazione della chiesa al 1303. L’Anonimo Morelliano (Bassano, 1800)
ripete la data come quella della istituzione. Il SELVATICO (L’oratorio dell’Annunziata nel-
PArena di Padova, in Scritti d’arte, Firenze, 1859) riporta una deliberazione del Maggior
Consiglio di Venezia, con la quale si prestarono a Enrico Scrovegni gli arazzi di San Marco
per ornamento della chiesa dell’Arena nel giorno della sua consacrazione (16 marzo 1305).
Cfr. ANDREA MOSCHETTI, La cappella degli Serovegni e gli affreschi di Giotto in essa
dipinti (Firenze, Alinari, 1904).
2 Il Moschetti, osservando un frate .che sostiene nel Giudizio Universale, frescato
nella cappella, il piccolo oratorio che Enrico Scrovegni presenta alla Divinità, suppone
che fra’ Giovanni dell’ordine degli Eremitani, architetto della chiesa degli Eremitani in
Padova, ne sia stato il costruttore; ma, come vedremo, l’ipotesi è difficilmente sostenibile.