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: lastica, rifulgono di colori bizantini, accordano il nuovo con
l'antico, riuniscono tutti i secoli insieme, tutte le età, tutto
il passato dell’universo; le seconde derivano dal dramma della
| vita umana, dalla tradizione popolare, libere da convenzioni,
non nimbate dalla Teologia, piene di moto e aniina.
sof Nella parete della cappella, dove s’apre la porta, Giotto rap-
ment presentò il Gz/7dizio finale (fig. 312). La tradizione bizantina e
tO COP la latina si erano mescolate in più parti della gran scena verso
rie delli l’età di Giotto," come abbiam veduto ne’ musaici del Batti-
Rappr stero di Firenze; ed egli stesso mantenne particolarità proprie
oo dell’una e dell’altra. Di qua e di là della grande trifora
il aperta sulla parete, gli angioli a schiera a schiera corteggiano
po l’Eterno, che sta entro una gran mandorla a scacchi. Nove
i sono le schiere: i Serafini attorno al trono della Divinità,
gia alla sinistra i Cherubini coperti d'ali, i Troni preceduti da
; un duce con elmetto alato e con lo stendardo in cui è figu-
: rato un trono in un’aureola, gli Arcangeli capitanati da Mi-
ca chele con elmo e con asta, gli Angeli semplicemente astati.
Alla destra, le quattro schiere delle Dominazioni, delle Virtù,
delle Potenze e de’ Principati, con gli angioli più belli e più
vivi di quelli a sinistra, gli uni e gli altri non determinati
attentamente nelle loro forme simboliche, quasi che il pittore
i le rendesse a fatica. Di qua e di là, sotto le numerose schiere,
i stanno ne’ seggi intagliati i dodici Apostoli (fig. 313-314), nel-
l’aspetto quali abbiamo veduto in alcune scene della vita di
Cristo, ma meno forti e men grandi. Anche il! Redentore
RI (fig. 315-316, entro la mandorla, par l’opera del seguace di
| Giotto che oscura le imagini disegnate dal maestro, e dà loro
1 Cfr. JESSEN, Die Darstellungen des Weltgerichts bis auf Michelangelo, Berlin, 1883;
SPRINGER, Das fJiingste Gericht (Repertorium fur Kunstwissenschaft, VII, 1883): Voss,
Das Jimgste Gericht in der bildenden Kunst des friiheren Mittelatters (Beitriige zur Kunst-
geschichte, VIII, Leipzig, 1884); BERTAUX, op. cit.