Full text: La pittura del Trecento e le sue origini (5)

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da Nardo era frescata la cappella Strozzi in Santa Maria 
Novella, non da Andrea; e il Suida gli rivendica l’opera, 
osservando come Andrea discenda da Bernardo Daddi, e 
Nardo risenta più gl’influssi senesi; il primo usi sovrap- 
porre molte figure dalla larga testa; il secondo dia lunghi 
corpi ai personaggi e teste piccole e rotonde; il primo 
disegni grandi partiti di pieghe, il secondo le tratti in modo 
fine, leggero e grazioso; l’uno cerchi la tranquillità negli 
atteggiamenti e .il riposo nelle membra, l’altro renda con 
le linee ondeggianti e morbide della composizione la giocosa 
incostanza del corpo umano; Andrea si manifestò per la 
stilizzazione geometrico ornamentale da grande decoratore; 
Nardo, per l’espressione della grazia negli aspetti umani. 
Il grande commento figurato alla Divzza Commedia nella 
cappella Strozzi a Firenze, opera di Nardo di Cione, fu ese- 
guito intorno il 1357. Il Giudizio universale, rappresentato 
nel fondo, s’inizia con la figura del Salvatore entro un’au- 
reola raggiante (fig. 613), nascosto in parte dalle nubi. 
Volano gli Angioli con le lunghe tube volte verso la terra, 
e altri intorno co’ simboli della Passione. L’ Eterno benedice 
con la destra, maledice con la sinistra; più sotto, la Deeszs, 
cioè la Vergine, celeste avvocata, e il Precursore, implo- 
ranti per l’umanità (fig. 614). Inferiormente, Patriarchi e Pro- 
feti, Santi e Martiri, Papi e Cardinali, Re e Principi, alcune 
giovani felici danzanti. Un Angiolo aiuta un vecchio a uscire 
dalla tomba scoperchiata. Tutti gli uomini si mescolano, tutte 
le gerarchie passano nella folla di eletti: il dottore col lucco i 
sta vicino al frate domenicano, il papa al. re, al cardinale, 
al’ vescovo; ‘arrivano imperatori: con la laurea e re con la 
corona gigliata, orientali e cavalieri, dame e suore, grandi 
e piccoli, tutti eguali innanzi alla maestà di Dio, invocanti 
la grazia, sorridenti, estasiati. A riscontro i maledetti si 
straccian le vesti e digrignano i denti: donne torturate o 
meste per il paradiso perduto, demoni che trascinano i corpi 
de’ reprobi fuor dalle tombe. 
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