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presentò tra gli agi della vita, « grande signore nelle parti
d’Oriente », come dice l’iscrizione. Giobbe siede a convito
con la lieta famiglia, mentre i servi e le ancelle apprestano er?
cibi e bevande, i musicanti rallegrano coi suoni, le mandre , |
di buoi e d’animali d’ogni specie si spargono attorno nel- -
l’ubertosa campagna. Ma all’Eterno, seduto in trono entro -
una mandorla luminosa, Satana chiede di perseguitare il -
felice; e la persecuzione si svolge feroce (fig. 665). Ora i -
Sabei sono spinti all’assalto dei suoi armenti e de’ guardiani, -
de’ quali uno solo si salva nel cavo d’una rupe, ed è quegli i
che porta a Giobbe l’annuncio della sventura. Poi le case -
de’ figli di Giobbe sono abbattute da un furiosissimo vento, -
e il suo corpo è piagato ‘e punto da tre amici; ma egli Se
non maledice il Signore, secondo gl’incitamenti della moglie. o
Ricupera infine la salute, torna ricco di mandrie e di cam- ina
melli e di nuova prole meravigliosa per bellezza. Purtroppo i
gli affreschi sono tanto guasti, che fan comprender male ail
l’abilità del pittore: pure tra quegl’intonachi frammentari, i "!
qua e là, dagli archi tesi delle sopracciglia scatta l’energia ge
giottesca, e ne’ villani che vanno a Giobbe per annunciare Meo
sventure è una vivissima pietà. Segnati schematicamente I
sono i contorni delle figure, obliqui i lineamenti, asciutte pa
le forme, violacee le carni, come i capelli, le vesti, le case; i
stretti gli occhi; i capelli a bioccoli, a manipoli di stoppa, enivala
a ciocchette arcuate; le mani, senza nodi. Ma ogni analisi
delle forme resta incompiuta per i danni profondi delle pit-
ture, un tempo più degne di quel che oggi appariscono. mo
Prima che Francesco da Volterra tenesse il campo della
pittura a Pisa, Francesco Traini si segnalò sopra tutti gli
altri del luogo, dal 1321 al 1344, tanto che a lui riferì il
Milanesi’ la frase del documento pistoiese, nel quale s’in-
dicano, per l’esecuzione della tavola delle opere di San Gio-
vanni Fuorcivitas in Pistoia, Andrea Orcagna, Nardo suo
1 Nota alla Vita di Andrea Orcagna (VASARI, I, 613).