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de’ Gerardi Pieraccini; * e gli si attribuiscono inoltre alcune
pitture, nella casa contigua alla Cattedrale, e gli si attribui-
- ranno col tempo molti altri lavori, ora indicati generalmente
sotto il nome della scuola d’Orcagna. I suoi figli, Barto-
lommeo e Jacopo, continuarono e trasmisero l’arte paterna
al secolo successivo.
Per la via d'Arezzo, affluirono nell’ Umbria correnti d’arte
Mii toscana, specialmente la senese. Si è fatto merito a Oderisio
da Gubbio miniatore, che svolse principalmente la sua at-
tività a Bologna, della fondazione d’una scuola eugubina,
mentre i resti di pitture della prima metà del secolo XIV
attribuite a Guido Palmerucci richiamano l’arte senese, non
i quella bizantineggiante de’ codici legali bolognesi dello
ngi an scorcio del secolo XIII, che possono ragionevolmente deri-
gina vare da Oderisio.
le Jacopo di Guido Palmerucci appare per la prima volta in un re-
Senesi, erano gistro dei Ghibellini di Gubbio (1316), poi nel richiamo dal
renti d'art bando (1342) che probabilmente lo colpì essendo podestà
e quella che di quella terra ser Pannocchia da Volterra (1° maggio-1° no-
vembre 1337). Prima del 1337 lavorò nella chiesa di Santa
*, firmato nel Maria de’ Laici, cinque anni dopo, nel Palazzo di città, * ne’
sottoposto in quali luoghi si attribuiscono a lui parecchie mediocri pitture:
i bottega di un Sant Antonio abate all’esterno di quella chiesa, una JMMa-
ma. Nel 1370 donna con Santi e un Gonfaloniere ginocchioni nella cap-
ire il polittico pella del piano superiore di quel palazzo. Nulla di certo
le storie del però, e invano sulle due pitture si è voluto costruire la per-
e una tavola sonalità artistica del Palmerucci, e si è fantasticato col far
jta proprietà peregrinare il pittore nel 1337 da Gubbio a Siena per met-
terlo in rapporto con Simone Martini, che probabilmente non
sì trovava più nella città natale, e che del resto poco
ji allya pitture
o 1 MILANESI, nelle Vite del VASARI, I, pag. 542 e seg. in nota.
aggio a Pistola. 2 Cfr. MICHELANGIOLO GUALANDI, Memorie cit., Bologna, 1840, serie IV, pag. 31-32;
Giornale di erudizione artistica.