Scultori romani: Uno scolaro d’ Isaia da Pisa, lo scultore del monumento di
Niccolò V, lo scultore del paliotto dei Quattro Dottori nelle Grotte Vaticane
— Paolo di Mariano di Tuccio Taccone da $ezze — Gli scultori del ciborio
di Sisto IV — Gian Cristoforo Romano.
Roma, che accolse Donatello, Simone suo discepolo,
Isaia da Pisa e il Filarete, dette pochi e deboli segni di
vita propria nella scultura al principio della seconda metà
del secolo xv. Uno scolaro d’Isaia nelle Grotte Vaticane,
ha un rilievo (fig. 748) proveniente dalla cappella di San
Biagio dell’antica basilica di San Pietro: vi si notano le
pieghe a manipoli curvi, a cordoni ondeggianti, come in
Isaia, ma più varie, ora alzate ed ora abbassate sui piani,
rotte talvolta con solchi tra le nervature, senza il rigido
parallelismo di Isaia, del quale si conservano il serio aspetto
della Vergine dal volto allungato e alcuni particolari nel
costume. * Nel vedere il rilievo si pensa che l’autore siasi
ispirato a qualche scultura della decadenza; ma se COSÌ è,
egli si creò tuttavia un particolar meccanismo, anche nel
modo di far cadere e schiacciare sul suolo i curvi lembi
delle vesti. San Pietro, nel rilievo a sinistra, non ha la forza
tradizionale: San Paolo, a destra, è dinoccolato; la Vergine,
nel mezzo, è in sussiego; il Papa e il Cardinale, ginocchioni
ai piedi della Vergine, pregano con fervore, il Cardinale fa-
cendo uno sforzo per guardare insù; ma il Bambino seminudo
e gli angioli che fan corona intorno al trono non mancano
di certa grazia. A questo anonimo marmoraro è giustamente
1 LISETTA CIACCIO, Scultura romana del Rinascimento in L’Arte, 1906, pag. 184.
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