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poraneo Antoniazzo degli Aquili pittore, e i suoi successori
artistici Gian Cristoforo. de’ Ganti, figlio d’Isaia da Pisa,
e Giulio Pippi, meritò d’esser chia-
mato semplicemente Romano. Cit-
tadino artistico di Roma, poco si
occupò di vivere della sua vita, di
esser moderno, molto di riflettere
l’antico. Ricorse al formulario di
forme latine per rappresentare
Apostoli e Santi; e col suo latino
un po’ grosso seppe tuttavia espri-
mersi con forza.
I rilievi che rappresentano i fasti
degli Apostoli, ora nelle Grotte
Vaticane, già ornamento del ciborio
di Sisto IV in San Pietro, attri-
buiti a Matteo Pollaiuolo dall’Al-
bertini, sono invece di maestri ro-
mani, non indipendenti da Paolo
di Mariano. * Essi ci mostrano come
gli artisti cittadini si dedicassero
La N ARIO8 o ROM allo studio dell’antico, de’ bassori-
e uineano de, epagnsali. lievi de’ monumenti trionfali. Il rap-
porto degli scultori del ciborio con
Paolo di Mariano può vedersi confrontando ad esempio San
Pietro crocefisso e il Cristo in croce, in Santa Maria di Monser-
rato (fig. 764); le mani cadenti volte al basso, particolarmente
di colui che precede i cavalli nella scena della Crocifissione di
1 Hugo v. TscHupI, Das Confession- Tabernakel Sixtus IV in St. Peter zu Rom in
Jahrb. der K. preuss. Ksts., VIII, pag 11 e seg.; BURGER, Das Confessions Tabernakel
Sixtus IV und sein Meister in Jahrbuch der Kgl. preuss. Ksts., 1907, pag. 95-116; PAoLo
GIORDANI, Studî sulla scultura romana del Quattrocento: 1 bassorilievi del tabernacolo di
Sisto 1V' in L'Arte, 1997, pag. 262 e seg.