I
Solo in queste particolarità gli scultori del ciborio ricordano
di lavorare per la Basilica Vaticana negli anni in cui sedeva
sul trono Sisto IV pontefice.
Nell’altro bassorilievo, dov’è la Casa di Nerone con guer-
rieri e personaggi tra i vani (fig. 773-774), sotto soffitti a for-
melle, la non chiara rappresentazione indica forse Pietro e
Paolo usciti dal carcere, liberati dai Cavalieri Processo e
Martiniano, cui Nerone li aveva dati in consegna.
Tutti questi bassorilievi sono eseguiti da mani diverse e
guidate però da un maestro che volle la ripetizione dell’an-
tico. La riduzione della forma del bassorilievo a stiacciato,
alla moderna, non è ben riuscita, anche per difetti di prospet-
tiva: alcune figure posteriori sono almeno uguali di propor-
zioni alle anteriori, la distanza manca tra loro, così che tal-
volta appaiono stipate, appiattite le une sulle altre. Esse sono
trattate all’antica nelle acconciature, ne’ capelli segnati a
lunghe ciocchette lisce, uncinate, distinte da forellini di tra-
pano; le vesti ondulano lunghe, arcuate intorno le ginocchia,
cadono arcuate sui piedi. Di finezza varia, le peggiori sono
del marmoraro che, lavorando di maniera come gli altri, cadde
a scolpir mascheroni, ad esempio quella specie di fauno, che
riempie il vano della porta a destra nella Crocifissione di
San Pietro, guardato da un altro grottesco figuro.
Nel ciborio di Sisto IV i bassorilievi dovevano stare sui
lati d’un pentagono: nel primo, la Consegna delle chiavi e
il Miracolo di Pietro; nel secondo la Caduta di Simon Mago;
nel terzo, la Crocifissione di Pietro, nel quarto, la Decolla-
zione di Paolo; nel quinto l’altro bassorilievo della cosiddetta
Casa di Nerone. In ogni modo tutti sono un saggio de’ pro-
gressi dell’arte romana rivolta all’imitazione dell’antichità
classica.
L’erede maggiore di tutte quelle ricerche artistiche sul-
l’antico fu Gian Cristoforo figlio d’Isaia di Pippo de’ Ganti