Full text: La scultura del Quattrocento (6)

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Vittorio Ghiberti fece suo pro de’ metodi del padre, ma traendo 
su dai piani le foglie e le frutta, fortemente rilevandole, con 
sottosquadri, fece sparire quasi del tutto le. tracce del pre- 
stito diretto dal vero, e anzi mostrò quasi di rinunciarvi, 
aggiungendovi erme, vasi, drappi e figure. Divenne tuttavia 
secco, tagliente, in quelle sue ghirlande che non s’adattano 
ai piani e forte se ne staccano. Si attribuisce a lui il piedi- 
stallo dell’/dolino nel Museo Archeologico di Firenze (fig. 96), 
dove sono invero foglie eseguite secondo i metodi che ab- 
biamo indicato, a contorni secchi e acuti, con sottosquadri 
profondi. Tuttavia nelle teste de’ montoni all’angolo della 
base superiore, ne’ leoni con le zampe sul plinto del piedi: 
stallo, nel vaso biforcato dal quale escono serpentelli, nelle 
cornici, in tutto, è un’arte squisita di decoratore. Volendo 
collocare inferiormente, nella base del piedistallo, un vaso, 
l’artefice lo divise in due branche per distenderne meglio il 
volume nello spazio rettangolare, e fece uscire dalle bocche 
del vaso cornuto due serpentelli, che interrompono con le 
spire le linee troppe nette dei labbri del vaso stesso, e il 
vuoto all’intorno, mentre le pinne delle code arricciate di 
delfino, con le quali terminano i leoni alati che posano negli 
angoli, tolgono il vuoto prodotto dal vaso per il restringersi 
del collo del suo piede. Nelle facce sono due bassorilievi: 
il Zrionfo d'Arianna e un Sacrificio, dov’è la finezza d’un 
bassorilievo classico. Vittorio Ghiberti si metteva così all’uni- 
sono con la statua antica che Lorenzo il Magnifico voleva 
grandeggiante tra i tesori della sua collezione. Non si co- 
nosce la data del monumento, che pure ha chiaro riscontro 
con la decorazione della porta di Andrea da Pontedera, com- 
messa nel 1454 a Lorenzo e a Vittorio Ghiberti, condotta 
da quest’ultimo sottilmente in bronzo, con distacchi e tra- 
fori, per dar leggerezza al metallo. 
1 Il BongE, nell’op. sudd., attribuisce alcune testine in bronzo (tav. ILL. disp. 1), le 
quali mancano di certa crudezza di taglio, a Vittorio Ghiberti, ma non ci sembrano sue 
proprie.
	        
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