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rappresentavano, e che poi preferisse di metterne altre o
mutasse nel corso del lavoro la spartizione de’ soggetti, tanto
che i primi modelli rimasti nella bottega servissero di studio
al discepolo rivelatoci dai bassorilievi di Castel di Sangro."
Che questi sia Nicola di Andrea di Guardiagrele potrebbe
supporsi pensando alle sue ripetizioni di motivi delle porte
del Ghiberti nel celebre paliotto di Teramo.
” :
Filippo di ser Brunellesco, il competitore di Lorenzo
Ghiberti, « dilettossi », scrive un contemporaneo, < natural-
mente del disegnio e pittura, molto piccolino, e molto n’era
vago; e però nel darlo el padre a qualche mestiero, come
s’usa, elesse essere orefice... È in quel mestiero divenuto
presto molto universale rispetto al fondamento del disegnio,
che subito apparì in lui molto maraviglioso. E di niello e di
smalto e di mazonerie di rilievo e così di coniare e leghare
qualunque gioia diventò infra poco tempo perfettisssimo
maestro; e così generalmente a ogni cosa che si dette e in
quest’arte e fuori di questa che avesse. con lei convenienza
fece maravigliosa riuscita, e più che non pareva, che sop-
portassi tenpo per tenpo l’età sua ». ° De’ suoi anni giova-
I O. MARUTI, Recensione al libro di V. BINDI sui Monumenti storici ed artistici
degli Abruzzi (Napoli, 1889). in Archivio storico dell’Arte, 1889, pag. 261.
2 Vita di Filippo di ser Bru nellesco scritta da anonimo contemporaneo autore in FREY,
op. cit., 3-4, pag. 61. A proposito di questa Vita, vedasi anche la prima pubblicazione
che ne fu fatta dal Can. DOMENICO MORENI nella Vita di ser Brunellesco di FiLIPPO
BALDINUCCI, con altra di anonimo autore (Firenze, Carli, 1812). Fu attribuita ad ANTONIO
pI TuéciIo MANETTI dal MILANESI, Catalogo de’ novellieri italiani in prosa, raccolti e
posseduti da G. Papanti (Livorno, Vigo, 1871, vol. II, pag. 11) e Operette istoriche di
Antonio Manetti (Firenze, Lemonnier, 1887). Confermarono l’attribuzione H. HOLTZINGER,
Filippo Brunellesco di Antonio di Tuccio Manetti, mit Ergànzungen herausgegeben
(Stuttgart, 1887) ; GUASTI, Santa Maria del Fiore, op. cit.; Frey, op. cit.; v. FABRICZY,
op. cit. Ma il BARBI (Antonio Manetti e le Novelle del Grasso Legnaiuolo, Firenze, 1883)
dimostrò che la Novella del Grasso Legnaiuolo contenuta nel codice Strozziano-Ma-
gliabecchiano (11, n. 325 della Biblioteca Nazionale di Firenze), trascritta di seguito
alla Vita, non è opera del Manetti; e C. v. Fasriczy dubitò che al Manetti apparte-
nesse l’altro scritto contenuto nel codice portante il titolo Uomini singolari in Firenze
dal MCCC in poi. Infine ALESSANDRO CHIAPPELLI (Della vita di Filippo Brunelleschi
attribuita ad Antonio Manetti con un nuovo frammento di essa tratto da un Codice pi-
stotese del sec. XVI in Arch. storico italiano, serie I, tomo XVII, a. 1896, Firenze) dimo-
strò che il Manetti copiò, non compose la Vita.