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nel Lamberti, ma è rivestita di carne e di pelle; l’altra che
cade su un ginocchio, benchè con le dita unite, in un atteg-
giamento d’inerzia composto e voluto, è modellata compiu-
tamente. Bernardo Ciuffagni elabora, semplifica la forma del
Lamberti, toglie ad essa le arricciature gotiche e l’arcaismo
ieratico, e approssima maggiormente il San Matteo al tipo
d’un antico filosofo, al quale anche il San Marco voleva con-
formarsi, e meglio manifesta la classica origine della figura
maestosa. Il Ciuffagni però rimane inferiore a Nanni di Banco,
che modella più fortemente il San Luca (fig. 109): assorto
ne’ misteri di Dio, socchiusi gli occhi, ripiega il pensiero
entro di sè; eretta la testa pensosa, poggiata la destra sulle
ginocchia con forza maggiore di quanto gli permettesse la
mente assorta, accostata la sinistra al libro dell’Evangelo,
buttato sulle spalle con noncuranza il manto, l’ Evangelista
San Luca dalla barba fitta e crespa prende un aspetto di
energia, di baldanza in contrasto con la serietà impenetra-
bile del volto. Però la fattura non corrisponde alla profon-
dità dell’espressione: la testa, il collo cilindrico, le mani man-
cano de’ colpi di scalpello che determinano la forma; le pieghe,
larghe ma tondeggianti, sono di stoffa più consistente, negli
addentramenti più scavate, più distaccate dal corpo e più
libere. Volgesi l’Evangelista di traverso con la persona, per
sfuggire la simmetria delle linee, e poggia i piedi distanti tra
loro in una positura gagliarda. Nanni di Banco qui assume
tanta grandezza da contrastare il primato, non solo a Ber-
nardo Ciuffagni, ma a Donatello stesso, al San Giovanni Evan-
gelista (fig. 110) eseguito a gara con essi. Forte è la testa
del San Giovanni, dalle sopracciglia aggrottate, ma la figura
non è nuova, non ha la gran vita donatelliana; le mani non
sono ancora rivestite di vera carne, quella stesa sul ginoc-
chio destro con le dita unite, è inerte, e l’altra cade sul codice
come sul bracciuolo d’uno scanno. Metallico è il manto, ri-
gido nonostante la cercata interruzione de’ contorni; di panno
più grosso la tunica che s’adatta al busto e cade formando