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rare col padre nella porta della Mandorla di Santa Maria
del Fiore (1407-1408), a compiere il lavoro iniziato da Nic-
colò di Piero: insieme fecero pezzi di cornice a fogliami,
colonne ritorte e con commistioni di marmi, un pezzò di
fregio, * secondo il disegno di Giovanni d’Ambrogio. Tanto
negli stipiti, come nella centina, si può distinguere il lavoro
più massiccio di Nanni e di suo padre da quello dello scul-
tore aretino. Mentre lavorava nella porta, Nanni di Banco
fu chiamato a scolpire per l’Opera del Duomo la statua di
Luca Evangelista, che già abbiamo descritto e apprezzato,
in concorrenza con Donatello e Niccolò di Piero. Altre sta-
tue egli eseguì per Orsanmichele: un Sa7z Filippo (fig. 113)
allogatogli dall’Arte de’ calzolai, un Sant Eligio (fig. 114) per
l’Arte de’ maniscalchi, e i Quattro Santi Coronati per l'Arte dei
fabbri (fig. 115). Tutte quelle figure hanno il collo cilindrico,
come di legno, le mani non staccate dal tronco. Par che nulla
agiti quelle masse marmoree che risenton troppo dello studio
del bronzo; che ogni movimento porti un grande sforzo allo
scultore, gli susciti innanzi ostacoli insuperabili. Sa7 Filippo,
la più antica delle tre opere, ha tonda la testa, tondeggianti
i lineamenti, aggrovigliate e grosse le pieghe. Meno arro-
tondati e grossi sono i Quattro Santi Coronati, e ancor meno
il Sant Eligio dalla barba fine. Nel bassorilievo, sotto il ta-
bernacolo dei Quattro Santi (fig. 116), cooperò probabilmente
col figliuolo Antonio di Banco in una forma che ha il suo
riscontro nella porta della Mandorla. Vi è rappresentata
un’officina di scultore, e chi fora col trapano una colonnina
tortile, chi col compasso e la squadra misura un capitello,
e chi scolpisce la figura d’un putto con le braccia puntate
sulle anche. Gli scultori, meno uno, hanno la barba breve
e crespa e socchiudono gli occhi, come le sacre figure di
Nanni di Banco; il putto scolpito non stacca le braccia dal
corpo, non si sgranchisce dalle vecchie abitudini e dalle esi-
1 Regesten zur Geschichte Antonio's und Giovanni's di Banco in SEMPER, Donatello,
Wien, 1875, pag. 298 e seg.