fa.
Donatello — Esordio dell’artista — Statue per il Duomo di Firenze, per Orsan=
michele e il campanile — Opere di Donato sino al tempo del suo secondo
viaggio a Roma (1432) : monumenti di Baldassarre Coscia nel Battistero fio=
rentino, del card. Brancacci a Sant’Angelo a Nilo in Napoli, ecc. — Donatello
a Roma — Donatello dopo il ritorno da Roma sino all’andata a Padova (1443) —
Opere a Padova — Donatello dal 1454 alla fine della sua vita.
Donato di Niccolò di Betto de’ Bardi, nato forse nel 1382,”
si schiera giovanissimo tra i novatori che preparano l’av-
vento trionfale dell’arte toscana, a fianco di Filippo Bru-
nellesco suo duce. Con lui fu a Roma probabilmente l’anno
del Giubileo, chè le reminiscenze dello studio dell’antico
appaiono nel saggio di Filippo per il concorso alla seconda
porta del Battistero, e possono riconoscersi nelle prime
opere di Donatello stesso. Nella concezione del bassorilievo
del Sacrificio d’Isacco, il Brunellesco fece come gli uma-
nisti del suo tempo, che studiavano con ardore tanto i clas-
sici quanto i testi dei Padri della Chiesa, per accordare la
coltura con l’idea religiosa. Ma per ciò fare, il Brunellesgo
doveva avere attinto a Roma, alla fonte perenne dell’arte, *
1 Il Gaye (Carteggio cit., I, pag. 120-123) riporta una prima denunzia (1427) di Do-
natello agli Ufficiali del Catasto, nella quale si dice di 40 anni; una seconda (1433) in
cui si assegna 47 anni; una terza (1457), in cui dichiara d’essere «in età di 75 anni».
Nel libro BARTOLOMEI FONTII Annales suorum temporum, è indicata alla fine del 1466 la
data della morte di Donatello, così: «1466. Donatellus florentinus sculptor insignis sexta
et septuagesimo aetatis anno Florentie obiit IV idus Decembris ». Abbiamo dunque
queste date della nascita: 1382, 1386, 1387, 139°. Il VASARI s’approssimò alla prima, scri-
vendo : «nacque in Firenze l’anno 1383». Il MILANESI si attenne all’opinione che lo fa
nato nel 1386 (Note al Vasari, 11, pag. 396). Così il SEMPER, op. cit.
2 L’Anonimo (FrEY, op. cit., pag. 73) fa muovere il Brunellesco verso Roma appena
fu data l’allogazione della porta a Lorenzo Ghiberti: «e andossene a Roma, che in quel
tempo v’era che si potevano vedere in publico assai delle cose buone e di quelle che vi
sono ancora, benchè non molte, et di quelle che da diversi pontefici et signori cardinali
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