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una figura. Ora quest’ornato spoglio di frondi, più proprio
del ferraio che non d’uno scultore, è particolare di Donatello.
Nei piedi d’ Oloferne penzolanti dalla base e in altre parti
vicine all’occhio dello spettatore, Donatello rende in tutte le
minuzie la forma: ossa, muscoli, tendini, vene, il corneo delle
unghie, la pelle; e il modellato ha finezze infinite e ricerche
insistenti. Ma di mano in mano che le cose si allontanano,
basta al maestro di rendere l’insieme, la linea, l’apparenza;
e pur resta sempre monumentale e signore della materia.
In queste opere è il testamento artistico di Donatello '
che i documenti chiamarono anche semplicemente tazapreda.
Ribelle ad ogni convenzione, segnò la via nuova dell’arte.
Prima cercò il carattere, poi quello che rende meglio l’idea;
prima volle rendere ogni cosa secondo le sue apparenze, poi
lineò i sentimenti umani. In età cadente, per ultimo, rappresentò
la tragedia sacra che trovò il suo epilogo sul Golgota, coro-
nando la tradizione, distinguendo l’antico dal nuovc, la serenità
classica dalla commozione cristiana. Il sommo maestro morì
il 13 dicembre 1466, e riposa in San Lorenzo, presso la sepol-
tura di Cosimo de’ Medici pater patriae.” Andrea della Robbia
si vantò d’essere stato uno de’ portatori del feretro del Grande;
il Verrocchio volle moribondo tra le mani un Crocefisso scol-
pito dal Maestro. Biondo da Forlì scrisse: « Donatello è
vaghezza della patria sua col suo divino ingegno ». ?
1 Tra le opere di Donatello, non abbiamo indicate alcune minori, quali: uno stucco
del Kaiser Friedrich’s Museum, che pare l’ingrandimento della placchetta in bronzo, alla
quale abbiamo accennato: rappresenta la Vergine col Bambino (BopEe, Denkmiile 7, Il,
tav. 60); il bronzo col Martirio di San Sebastiano in bassorilievo, presso Madame André
a Parigi (MORINIER, Les plaguettes, I, pag. 75). Tutte le altre placchette, gli altri bronzi,
le altre terrecotte e gli altri stucchi appartengono in gran parte alla scuola. Non abbiamo
parlato dell’elsa di spada nell’Armeria di Torino, perchè ci sembra sospetta; non della
colossale testa di cavallo del Museo Nazionale di Napoli, perchè ci sembra antica e non
di Donatello, cui fu attribuita. (Cfr. a questo proposito gli articoli del Principe FILANG IERI
DI CANDIDA in Arte e Storia, 15 ottobre 1958, pag. 127; infine del RoLeFs in /ahrò. der
k. preuss. Kunstsammliungen, 1908). Di opere della scuola importanti e attribuite a questo
o a quell’artista, differente da Donatello, faremo discorso in seguito.
2 CAN. D. MORENI, Vita di Filippo di ser Brunellesco, ecc., scritta da Filippo Bal-
dinucci, con altra di anonimo contemporaneo, Firenze, 1812.
3 BIONDO DA ForrLì, Roma ristaurata..., Vinegia, 1558, pag. 32.