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| Vedesi in San Giovanni Laterano la grande lastra rettan-
«i golare. di bronzo dedicata a Martino V (fig. 232), poggiata
: un tempo su quattro peducci ornati di musaico. * Nel volto
mr. del Pontefice non manca qualche determinazione realistica,
benchè non sieno proprie di un defunto quelle labbra strette,
i quell’aspetto d’uomo che mediti a occhi chiusi sul proprio
di destino. In tutto è una precisione grandissima nella sim-
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o gl metria cercata della figura, nelle candeliere a rami arricciati,
10 nel cartello con i due putti reggenti lo stemma papale. L’im-
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a magine è stesa come entro una fossa ovata, con tutta la deco-
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razione disposta rigorosamente intorno all’asse della lastra
Poi bronzea. In essa gli evidenti caratteri donatelliani non sono
” tali e tanti da moverci ad ascriverla a Donatello, * che mai
avrebbe condotto e neppure disegnato lavoro sì compassato.?
Simone dal Vasari e dal Perkins fu detto cooperatore
del Filarete nelle porte in bronzo di San Pietro in Vaticano;
ma tanto il Jannsen, quanto Hugo von Tschudi,° dimostra-
rono fantastica la collaborazione. Nè la statua in bassorilievo
di San Marco, sulla porta della chiesa omonima in Roma
fio. 23 ti asi fi tino,‘ artista che ci sfi
Lg. 233) appar 1ene a Simone fiorentino, artista che ci s$ ugge
“, e si occulta sempre più. Essa fu eseguita da un donatelliano,
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iI tra il giugno del 1451 e l’agosto del 1464, nel periodo in
un I VALENTINI, La patriarcale Basilica Lateranense, Roma, 1832, tav. 37.
2 BopDE, Hlorentiner Bildhauer cit., pag. 21. L’A. ritiene che Donatello non per
approvare il modello, ma per migliorarlo fosse chiamato a Roma; e che solo in alcuni
particolari, come nello stemma Colonnese tenuto dai genî, si noti un’altra mano.
3 Notisi che tanto nella lastra tombale del Pecci a Grosseto, come in quella del Crivelli a
Roma, le teste dei defunti sono volte di tre quarti. E notisi anche che non è accertata
la data del 1433 come quella dell’esecuzione del bronzo di San Giovanni Laterano. —
Il REUMONT (Geschichte der Stadt Roms, III, 1, pag. 426) riporta un’iscrizione del 1853,
relativa al trasporto della tomba, indicante la esecuzione nell’anno MCCCCXXXXIII. —
Il VASARI, dimenticando ciò che aveva scritto nella Vita di Donatello, dice in quella del
Filarete che Simone cominciò la tomba di Martino V dopo il compimento delle porte
di San Pietro, cioè dopo il 1445. — Il Mintz, Mélanges d’archéologie et d’histoire, 1884,
pag. 299, osserva che i documenti relativi a Simone permettono l’una e l’altra datazione.
4 Vasarr, ed. cit.,. II, pag. 458; PERKINS, op. cit.
5 Hugo von TscHupI, Filaretes Mitarbeiter an den Bronzethiiren von St. Peter in
Repertorium fir Runstwissenschaft, VII, 1884, pag. 291-94: MICHELE LAZZARONI € AN-
TONIO MUNOZ, Filarete, scultore e architetto del secolo XV, Roma, Modes, 1908, pag. 121.
6 È assegnata anche dubitativamente al Filarete (in Der Cicerone, ed. cit., Il,
pag. 469) e a Isaia da Pisa dal BURGER (/ahrbuch der K. preuss. Ksts.;- 1906). Cfr. in
proposito di essa, LISETTA Ciaccio, Scultura romana del Rinascimento (L’ Arte, pag. 440).