Full text: La scultura del Quattrocento (6)

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dottorale è una figura enfiata, con le due mani sovrapposte 
sul petto in modo da mostrare che Urbano nel farle non sa- 
peva a quale santo votarsi. Nella rassegna delle fatiche del 
povero scalpellino' dobbiamo aggiungere un banco nel Casino 
de’ Nobili a Siena con le scolastiche allegorie, una Madonna 
nel palazzo Saracini, un soprapporta a Santa Caterina, stemmi 
con la lupa romulea per il palazzo comunale di Massa Ma- 
rittima, la Sibilla Persica nel pavimento del Duomo di Siena.” 
Niccolò di Giovanni Cocari fiorentino, lo scultore che la- 
vorò nel 1443-44 per la facciata della chiesa del Santo a 
Padova, e nel 1448-49 per l’altare condotto da Donatello, 
subì il fascino di questo maestro e si apparò alla classica, 
pur mantenendo le forme che sembrano sbalzate in metallo 
dagli Squarcioneschi, coi quali visse tra le antenoree mura, 
e le pieghe delle vestimenta in essi consuete, disegnantisi 
in ovali e in cerchi, e la decorazione a festoni di frutta e 
fiori, propria di tutta la scuola dello Squarcione. ? 
Il tagliapietra fiorentino, intento a eseguire lavori nella 
chiesa del Santo, è il medesimo che nel 4 gennaio 1468 si 
fece rappresentare da Coriolano di Pietro Cippico a Traù 
nella stipulazione del contratto col procuratore del Capitolo 
della Cattedrale, e si obbligò a condurre insieme con Andrea 
Alessi la nuova cappella dedicata al patrono della città, 
Beato Giovanni Orsini vescovo. La sua educazione padovana 
è provata non solo da un trittico in pietra (fig. 281), presso 
la porta d’entrata nell’interno del duomo di Traù, tutto im- 
pregnato di sentimento squarcionesco, ma anche dal monu- 
mento di Giovanni Sobota, in San Domenico di quella 
città (fig. 282), recante la data MCCCCLXNVTIIII. In esso sono 
I Cfr. intorno all’artista, MILANESI, Documenti cit., II, pag. 266, 271, 273, 297, 298, 
309, 339, 347, 348, 377: 379, 459, 460, 461. 
2 Lo ScHUBRING, op. sudd., aggiunge altre opere che difficilmente possono attribuirsi 
a Urbano da Cortona: di alcune sue a Perugia diremo in seguito. 
3 Per altri particolari cfr. La scultura dalmata del XV sec. (L’ Arte, 1908, pag. 113 eseg.).
	        
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