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possibile attribuirgli la terracotta già ornamento della villa
di Costozza presso Vicenza, nè l’altra dissimile di Madonna,
con occhi grandi e con le pieghe non metalliche come nella
prima, ma bagnate e strizzate, posseduta dal Conte Camerini
a Piazzola presso Padova.
Di Pietro di Martino da Milano, che, secondo il von Fa-
briczy, è una stessa persona con Pietro di Giovanni di Mar-
tino da Viconago e quindi anche con Pietro di Giovanni da
Como, sappiamo che lavorò « in sulle pietre del pilastro ».
Fig. 302 — Napoli, Arco d’Alfonso d’Aragona, Antonio di Chelino: Fregio.
ossia del basamento del Gattamelata, nel 1447.° Prima fa una
breve apparizione a Siena, per scolpire nella tomba del ve-
scovo Bartoli (1445-46)î3 poi a Orvieto, dove lavora «in la
logia » del Duomo (1449-1453), a Roma (1452-53) nel pa-
lazzo dei Rettori a Ragusa (1452?),é donde Alfonso d’Ara-
1 CORNEL VON FABRICZY (Antonio di Chellino cit., ne L'Arte, pag. 442-445) propone
quelle attribuzioni ad Antonio di Chelino, che noi non ammettiamo così come non possiamo
ammettere di questo maestro le altre opere, così differenti tra loro, che quell’A. gli assegna
con confronti stilistici incompleti e incertissimi.
2 GLORIA, op. cit., pag. 7.
3 MILANESI, Documenti cit., II. pag. 223.
4 A. BERTOLOTTI, Artisti lombardi a Roma, 1879, I, pag. 15. — L. Fumi, op. cit.
pag. 77, 78, 489.
$ Mintz, Les Arts cit., 1, pag. 89, 146, 148, 149, 150 e 200.
6 CORNEL VON FABRICZY, Neues sum Triumphbogen Alfonsos I (Jahrbuch cit., 1902,
Heft 1). L’A. crede errata la data del 1452; e può darsi, ma dubitiamo molto che si pos-
sano riferire tutti i documenti prodotti dal von Fabriczy allo stesso Pietro scultore.