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it lui gettate, una di Alfonso d'Aragona, l’altra di Federigo
i da Montefeltro, eseguita, contrariamente a quanto pensa l’Ar-
| , mand,' quando il Conte d’Urbino prese il titolo di Duca, cioè
N nel 1474. I due artisti forse si trovarono a Napoli, prima al
i servizio aragonese e quindi a Urbino sulla fine di quell’anno.
i Altro non si può dire del medaglista che lavorò a Napoli e
ad Urbino, oggi forse confuso insieme con tanti altri nel-
l’indicazione generica di scuola donatelliana.*
La grande schiera dei donatelliani in Padova servi a dif-
fondere per il Veneto e la Dalmazia, la Lombardia e l’Emilia
il verbo del maestro del Santo, solennemente bandito da’ suoi
esemplari stessi, dalla Basilica. Padova, come abbiamo detto,
si parò alla donatelliana, e nel Bellano, di cui diremo in se-
guito, ebbe un continuatore dell’arte del maestro. Prima
della venuta di Donatello a Padova, appena si può accen-
nare alla grandiosa arcaistica statua di Sanza Giustina, nella
sagrestia di questa chiesa, molto studiata ne’ minuti particolari
della cintura, della corona e del giglio, nella lunga chioma
cadente dietro gli omeri, nella bocca fine, negli occhi mandor-
lati, nelle mani morbide, nelle gonfie pieghe delle vesti imbot-
tite. È pure da ricordare un saggio di plastica popolare nella
terracotta policromica del Museo Civico, rappresentante
Sant Alò maniscalco e una Diavolessa; ed anche nella cap-
LOI pella a sinistra dell’altar maggiore agli Eremitani una Ma-
sis donna col Bambino, in terracotta, non senza influssi tedeschi.
na Ma Donatello attrasse e unì tutte le forze artistiche pa-
fe la I ARMAND, Les médailles italiennes de la Renaissance, Paris, 1883-1887.
i 2 Il medaglione di Federico II di Montefeltro, che l’ARMAND nel suo 11 volume ritenne
' probabil mente d’un artista moderno, vedesi in una bella prova, veramente autentica, nel
è attori Museo Oliveriano a Pesaro. Nel rovescio, specialmente ne’ putti reggenti un clipeo (sopra
cui spiega le ali sul globo e tra cornucopie l’aquila coronata portante lo stemma dei
{°° Montefeltro), si notano caratteri donatelliani. Sarebbe questo medaglione opera di Paolo
e da Ragusa? Il rovescio è imitato da un altro di medaglia di Federigo da Montefeltro,
attribuito a Donatello, opera invece della scuola. (Cfr. riproduzione della medaglia ne
L'Arte, 1901, pag. 202).