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esemplari fiorentini. Rivediamo poi Leonardo Riccomanni
nel 1452 a Genova, intento col nipote Francesco ad eseguire
la porta della sagrestia di Santa Maria di Castello; e nel 1463
di nuovo a Sarzana, accintosi a rifare col nipote medesimo
un secondo altar maggiore, poi che il primo dalla famiglia di
Niccolò V_ era stato trasportato nella cappella di San Tom-
maso. Toccò più tardi la stessa sorte alla seconda pala, che
fu rimossa dal suo luogo e posta nella cappella a destra
della crociera; e solo di essa rimase sull’altar maggiore la
Madonna che era nel centro dell’ancona. Ma tra la prima
opera e la seconda passa un gran divario: nella prima Leo-
nardo di Riccomanrn® è nel vigore degli anni e dell’arte;
nella seconda ha ceduto troppo lo scalpello al nipote, tecnico
valente e nulla più.”
Sopra tutti i maestri padovani, che seguirono Donatello,
gli fu devotissimo Bartolomeo Bellano, che si vuol ricono-
scere in quel « Bartolomeo di Giovanni di ser Vincenzio »,
garzone del maestro a Siena nel 1458. ° Sia stato. quel tale
o no, è certo che Bartolomeo, detto Bellano, stette a Firenze
negli ultimi anni della vita di Donatello, ° e della sua lunga
dimora in quella città fanno fede parecchi documenti peru-
gini ne’ quali l’artista è chiamato «< Bartolomeus alias Bel-
lanus de Florentia ». * Aiutato il maestro, come abbiamo
già detto, nel lavorio de’ pergami di San Lorenzo, partì,
verso la fine del 1466, per Perugia, a fine di formare e
gettare in bronzo la colossale statua del Papa Paolo IT, che
collocata l’anno seguente in un nicchione della facciata del
Duomo della città, ove rimase sino al 1798, anno in cui
I CARLO ARU, Notizie della Versilia. Gli scultori di Pietrasanta (L’Arte, 1906,
pag. 463).
2 MILANESI, Documenti cit., Il, pag. 297; SCHUBRING, Urbano da Cortona citato,
pag. 36.
3 SEMRAU, Bartolommeo Bellano von Padua (in Donatellos Kanzeln cit., pag. VIII);
BODE, Lo scultore Bartolomeo Bellano da Padova (in Archivio storico dell’ Arte, 1891).
4 ADAMO Rossi in Giornale d’erudizione artistica, 111, Perugia, 1874.