Full text: La scultura del Quattrocento (6)

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Una serie di piccoli bronzi è aggiudicata al Bellano, e 
tra i più caratteristici va noverato il Davide giovanetto, del 
quale esiste un bellissimo esemplare nella Raccolta Foulc a 
Parigi (fig. 325), che mostra sotto, nel cavo del bronzo, Da- 
vide pastore tra gli armenti. Senza questo particolare che 
richiama i rilievi del coro del Santo, si conoscono parecchie 
repliche della statuetta, una nel Museo Correr a Venezia. 
Appartiene all’ultimo tempo del maestro un’altra statua in 
bronzo, il roccioso San Girolamo, nella Raccolta Dreyfus a 
Parigi (fig. 320), e le due Montagne dell’ Inferno, nella Col- 
lezione Figdor di Vienna, con figure disseminate nelle rocce, 
spuntanti fuori dalle buche, senza alcuna ricerca di linea in 
quella strana e materiale composizione. * Il maggior onore 
fatto al Bellano sta nel considerarlo maestro d’Andrea Riccio, 
che da lui certo non potè trarre quell’amore all’antico, tutta 
quella erudizione classica che informa le sue sculture. Sembra 
a noi più naturale pensare, come maestro del Riccio, a uù 
altro donatelliano, che visse a Padova, a Bertoldo. 
Poco sappiamo di Bertoldo, che il Vasari disse « molto 
riputato, non solo per avere diligentissimamente rinettato il 
getto de’ pergami di Donato suo maestro, ma per molti getti 
ancora che egli aveva fatti di bronzo di battaglie e di al- 
cune altre cose piccole, nel magisterio delle quali non si 
trovava allora in Firenze chi lo avanzasse ». Che sia stato sco- 
laro di Donatello lo sappiamo da Bertoldo stesso, che, in una 
lettera a Lorenzo il Magnifico, dice essere stato « sotto Dona. 
e di maestro differente. — Il BongE (Lo scultore Bartolomeo Bellano cit., pag. 408) gli 
assegna anche il sarcofago d’una Santa acquistato in Padova per il South Kensington 
Museum, come opera di Donatello ; e quel sarcofago ha invero rapporti coi due monu- 
menti d’Erasmo e di Antonio da Narni; dunque esso pure non appartiene al Bellano. 
Nel Der Cicerone suddetto, si assegnano a questi anche due medaglioni di Evangelisti 
nell’ambulacro dietro al coro nella chiesa del Santo, e sono di un maestro al Bellano an- 
teriore, gonfio come il Bellano non fu mai, con qualche reminiscenza di gotico fiorito. Alla 
scuola del Bellano si assegna la porta della chiesa di San Niccolò, fattura invece d’uno 
scalpellino lombardo. 
1 Sono discutibili le attribuzioni al Bellano di altri bronzi (Bone, Die italienischen 
Bronzestatuetten der Renaissance, Berlin, Cassirer, 1907, Lieferung Il): la Dido del 
Museo di Berlino, l’ZAcate (tav. XXII), il Nettuno della Collezione Pierpont Morgan a 
Londra, la Venere dell’Ashmolean Museum di Oxford, l’Atlante della Collezione Kann 
di Parigi, la Hexe della Raccolta Helseltine di Londra.
	        
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