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Residui trecenteschi nella scultura al principio del ’400 — Niccolò di Piero Lame
berti e altri scultori trecenteschi nel ’400 a Firenze — Contrasto della loro
arte con quella della prima generazione de’ maestri fiorentini del ‘400 — Ta=
gliapietra e intagliatori senesi — 1 Dalle Masegne di Venezia e i loro conti=
nuatori in Dalmazia, nell’ Emilia, in Romagna — Veronesi, Toscani e Lombardi
nel Veneto — Sculture del Palazzo ducale — Primi scultori del Duomo di
Milano — Marmorari romani — L’abate Baboccio da Piperno e Gualtiero di
Alemagna nel Mezzogiorno.
Il gotico in Toscana non era quasi più nelle libere eser-
citazioni decorative del principio del ‘400; e appena si se-
gnava nelle arcuate figure e ne’ fogliami lanceolati, senza
che venisse meno la festività propria della scultura fioren-
tina, la quale prendeva sempre più equilibrio, corpo, signoria
nel grembo dell’architettura. Riapparve l’antico tra i meandri
ne’ riquadri della porta della Mandorla, in Santa Maria del
Fiore, nelle statuette dell’Abbondanza, di Amore, di Ercole,
di Mercurio, di Apollo, ecc., radunateé lì tra i rami fron-
zuti senza una ragione vera e propria. Quelle preziose su-
perfluità ornamentali stanno nell’opera fiorita, tra gli Angioli
severi, i Profeti cogitabondi e Dio benedicente, scolpiti se-
condo tipi e forme elaborate del secolo XIV; ma sono un
segno di vita nuova, un annuncio delle ricerche che l’arte
sta per imprendere, e che il Ghiberti aveva iniziato a Roma
quando, presso San Celso, si scoprì la statua dell’Arma/70-
dito, * e Brunellesco e Donatello, poi, avevan continuato tra
i ruderi romani.
I FEDERICO HERMANIN, Gli affreschi di Pietro Cavallini in Gallerie Nazionali Ita-
Hliane, V, Roma, 1902, pag. 80.
VENTURI, Storia dell’ Arte italiana, VI.