Full text: La scultura del Quattrocento (6)

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sulla spalla destra, pesante, con frange a grossi segni uguali. 
Dal « vaso d’elezione », dov’è figurato un leone, s’innalzano 
gigli, e sul calice di uno più alto vola una colomba. Benchè 
l’Averlino volesse disegnare forte e militaresca la figura, poco 
vi riuscì segnando pedantescamente capelli e barba, grandi, 
bovini gli occhi, gonfio il mento: quasi immagine di carta 
da giuoco. Nè migliore è San Pietro (fig. 349), con occhi 
spalancati, coi capelli segnati come le frange de’ manti, con 
la barba a riccioli vermicolati, col manto a grandi curve, con 
sandali ai piedi e saraballa. Il Pontefice, ai suoi piedi, è quasi 
mostruoso nella proporzione delle membra, con gambe sottili 
e corte che non avrebbero potuto reggerlo, con certo pollice 
enorme nella mano che tiene le chiavi. Anche in questa 
lastra sono nel fondo le tre teste alate di cherubini, tonde 
zucche intagliate, dalle sopracciglia arcuate, orbite grandi e 
guance gonfie, reggenti dietro la nuca il festone d’alloro a 
foglie pizzettate. 
Nei due riquadri inferiori sono due grandi scene: in 
una (fig. 350), San Paolo giudicato, il suo supplizio, la decol- 
lazione, la sua apparizione a Plautilla, cui rende il velo che, 
secondo la leggenda, ricevette da lei per bendarsi gli occhi 
negli ultimi momenti della vita; nell’altra (fig. 351), il Saup- 
plizio di Pietro, prima da armigeri condotto con le mani 
legate alla presenza dell’Imperatore, quindi appeso alla croce 
con la testa volta al basso. Ciò che più interessa qui è il 
modo con cui l’autore ricostruì l’ambiente della rappresenta- 
zione: a destra, una piccola piramide ornatissima, ancora con 
tracce d’oro e di colori di smalto; a sinistra, il grande albero 
del terebinto, poi un edificio circolare a più ordini con co- 
lonne, infine una piramide più alta della prima, alla quale è 
addossata Roma con la statuetta di Pallade nella destra. 
Nell’edificio circolare l’Averlino intese di rappresentare Castel 
Sant'Angelo, idealmente ricostruendolo nella forma primitiva 
della Mole Adriana, ingegnandosi così a dare l’ambiente an- 
tico: Tra le due piramidi figurò il terebinto neroniano e in
	        
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