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Come gli artisti più eccellenti di Firenze, studiò giovi-
netto in una bottega d’orafo, prendendone l’amore al finito
e alla diligenza che si nota specialmente nella cantoria (fig. 363)
allogatagli per Santa Maria del Fiore nel 1431, opera che ci
rivela la grandezza del nuovo maestro. Non la foga bacchica
de’ fanciulli della cantoria di Donatello hanno i bimbi di
Luca della Robbia, i piccoli menestrelli, che piegata la testa
sugli omeri, godono nell’udire le voci ch’escono dal cavo
Fig. 363 — Firenze, Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore.
Luca della Robbia: Cantoria.
(Fotografia Alinari).
degli strumenti. La dolcezza della musica li inebria; e sembra
che il suono, salito su dai loro cuori, esca dalla carezza
delle loro mani. Non battono forte i cembali, non fanno
eccessivo frastuono; e i compagni che cantano fedeli al ritmo
musicale, si stringono per unir la propria voce in coro; e
quelli che danzano sentono la gioia spontanea nel giuoco
naturale, nell’agitazione cadenzata delle membra.
Nella fronte della cantoria, a sinistra, nel primo quadro,
stanno i laureati sonatori di tube, rispondenti al versetto
del salmo: LAVDATE EVM IN SONO TVBAE. Le figure sono