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come i detti fregi. Entrovi una mezza figura a sedere di
mezzo rilievo », la Vergine col Bambino in braccio e San Gio-
vanni Battista ne’ due quadri superiori, gli Evangelisti e i
Dottori della Chiesa negli otto scompartimenti inferiori, « due
angioletti ritti da lato » ad ogni figura. Il contratto fu stipu
lato con Michelozzo, Luca e Maso, che s’obbligavano « tutte
le dette cose fare et perfettamente conduciere a uso di buoni
uomini in fra ’ltempo et termine di tre anni ». Il capo del
triumvirato artistico fu Michelozzo, che scrisse di suo pugno
l’obbligazione per sè e i compagni, richiamandosi per la
forma e gli ornamenti della porta a un modello che aveva
nella sua bottega, e che poi fu depositato nella sala del-
l’udienza degli Operai di Santa Maria del Fiore. Michelozzo
si prese insieme con Maso la somma di quattrocento e più
fiorini, dati come anticipazione da quegli Operai; e a Luca
della Robbia non toccò nulla, prima del 1464, quando a
lui solo fu data da compiere la porta della sagrestia. Pare
che dopo l’allogazione gli artisti poco si curassero del la-
voro, e quando nel 1461 venne meno Maso di Bartolomeo,
bastò farlo surrogare dal fratello Giovanni intagliatore,
perchè nettasse i telai delle due porte e ne commettesse i
battitoi. Nel 1464 Michelozzo era lontano da Firenze, e gli
Operai invitarono Luca « in suo nome proprio a finire et
compiere dette porte che sieno in quella forma et modo
come nella allogazione prima apare ». In ogni modo Miche-
lozzo, tornato da Ragusa, dovette avere ancora qualche
parte nell’opera, leggendosi che nel 1467 Andrea del Ver-
rocchio a Luca e a lui prestò metallo « per gettare le due
ultime storie della porta della Sagrestia ».
La porta (fig. 382) non ha i tabernacoli e le agemina-
ture divisate, e la distribuzione delle figure sedute in ogni
riquadro coi due angioli assistenti è molto monotona; ma agli
angoli d’ogni campo, in luogo di borchie, vi sono teste di
I CAvALLUCCI, Santa Maria del Fiore cit., pag. 136.