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membrature architettoniche, garbatamente, toscanamente,
senza rumore.
Antonio Rossellino esordì, a quanto si crede, col ritratto
di Giovanni da San Miniato medico (1456), ma probabil-
mente molto prima, collaborando col fratello. In quel ri-
tratto, del resto, si scorge soltanto lo studio d’una maschera
cavata da un vecchio decrepito defunto, con un realismo
eccessivo modernissimo, col busto mal fatto, non corrispon-
dente all’antico costume, gonfio e fuor di posto e di propor-
zione. La scritta nell’interno è falsa: M CCCCLVI. — MAGR
IOHANES MAGRI ANTONII . DE STO MINIATE DOCTOR ARTIVM
ET MEDICINE. — OPVS ANTONII. Nessuna relazione può se-
gnarsi col busto di Matteo Palmieri, nel Museo Nazionale di
Firenze (fig. 409), che, quantunque corroso per essere stato
molti anni esposto alle intemperie sulla porta di casa Palmieri
in Pianellaia dal Canto alle Rondini, serba ancora la freschezza
del modello di creta: grasso è l’uomo dalla grossa pelle abbon-
dante e forte la capigliatura, larghe le labbra che socchiude
guardando innanzi a sè come offeso da luce. Reca l’iscri-
zione: OPVS ANTONII GHAMBEBELLI . MATHAEO . PALMERIO .
SAL . AN. MCCCCLXVIII. Un terzo busto, messo a riscontro
con questi due * ai quali veramente non somiglia, è quello
d’un gentiluomo, nel Kaiser Friedrich’s Museum (n. 67), men
largo e men pieno di vita di Matteo Palmieri, ma condotto
nei modi più consueti ad Antonio Rossellino nelle sculture
di soggetto ideale.
Ta prima opera di Antonio Rossellino, condotta non
senza la collaborazione del fratello Bernardo, è l’urna del
Beato Marcolino a Forlì (fig. 410), fatta eseguire da Niccolò
Asti forlivese, arcidiacono nella sua città, poi vescovo di
Recanati. Essa reca la scritta: BEATO MARCOLINO . | NI-
COLAVS . DE ASTIS RECAN . | EPS. FACIVNDVM CVRAVIT
M.CCCC.L VIII. Evidentemente, nelle Virtù dell’arca, Ber-
! BoDE u. TscHUDI, Beschreibung der Bildwerke der christlichen Epoche, op. citata,
pag. 24.
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