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da ricamati calzari, opera probabile, la migliore, di Barto-
lomeo Bellano (fig. 419-422). *
Nel 1475 per il Duomo di Pistoia fece il ritratto del-
l’arcivescovo Donato de’ Medici, e, nel ’77, per l’ Opera
del Duomo a Firenze, un San Giovanni in atto di cammi-
nare (fig. 423), sventolante un cartello su cui è scritto:
AGITE PENITENTIAM. L’adolescente invita a penitenza gli
uomini con una forza di volontà che manca alle dolci e pen-
sose figure di San Giovannino modellate da Desiderio da
Settignano.
Nel ’78 fece in Santa Croce di Firenze la sepoltura di
Francesco Nori, ucciso in quell’anno nella Congiura de’ Pazzi:
ivi è la Madonna detta del Latte, seduta sulle nubi che
paion favi di miele, coi piedi poggiati sulle nubi stratificate,
circondata da un’aureola, dal margine della quale sporgono
teste di cherubini che guardano e ammirano la Divina. Anche
qui l’amore del distacco delle forme dai piani fece sostituire
l’altorilievo allo stiacciato; e, come in tutta l’arte di Antonio
Rossellino, si nota la tendenza ad ingrandire, ad amplificare
ogni cosa, quella ricerca della monumentalità che trovò poi
in Michelangelo la più potente affermazione del genio na-
zionale.
La Madonna del Latte in Santa Croce fu il testamento
artistico di Antonio Rossellino, al quale si attribuiscono
molte altre Madonne, una in marmo nel Kaiser Friedrich’s
Museum, tutte con la testa della Vergine e del Bambino
appuntite, anche per via di riccioli e di drappi triango-
larmente disposti sul vertice, e con le nari dilatate, con le
labbra del fanciullo e de’ cherubini increspate. Non possiamo
del pari assegnare al maestro molte altre Madonne dello
stesso Kaiser Friedrich-Museum, se si eccettuano la terra-
cotta (n.. 645) piena di vivezza, e tre stucchi (n. 69,:70 e 72)
1 Il taglio a fettucce delle tuniche, secondo il modo consueto di tagliar le vesti nel
Bellano, ci lascia proporre questo nome per gli enigmatici puttini.