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sellino;, ma a Napoli, in Monteoliveto, avesse trovato gli
elementi vivificatori. Nel detto monumento vedesi tuttavia
il marmo lavorato a fatica, meno che ne’ putti con gli scudi
e nella bambina, figlia di Maria Camponeschi, morta di quin-
dici mesi, ritratta distesa sotto il sepolcro materno. Nelle
carni lustre e ne’ drappi lisciati della bimba l’artista mise ogni
cura; nei putti S’avvicinò agli esemplari nobilissimi del Ros-
sellino (fig. 431); ma nel collocarli di qua di là del sarcofago,
nel distendere la bambinetta e nell’addossare il piccolo sarco-
fago di lei al basamento, mostrò di volere strafare, di non
contentarsi delle linee solenni del monumento romano. Nel
resto, facendo le statue delle nicchie de’ pilastrini laterali,
ripetè i suoi tipi consueti; e il Battista rammenta il San Se-
bastiano intagliato in legno, anche per i riccioloni che fan
corna sul capo. Tutte le figure de’ Santi avanzano una gamba,
che è più lunga dell’altra indietro, così come nel Sazn Se-
bastiano suindicato. A parte ciò, il monumento è l’opera più
eletta del maestro, specie per la dolcezza che spira dalla
figura dormiente di Maria Camponeschi (fig. 432).
In Roma, il solo monumento che ha affinità con quello,
e che anzi per molti particolari lo ricorda, vedesi in Santa
Sabina dedicato al Cardinale Del Monte (% 1483).
Ad Aquila, nella chiesa di San Bernardino, è il mau-
soleo per il corpo del Beato senese (fig. 433), morto in quella
città, opera affidata nel 1500 a Silvestro, ma non si riesce
a riconoscere quasi alcuna traccia di lui, sia perchè a quel
tempo egli dovette aver subìto modificazioni notevoli nel
fare, sia perchè molti dovettero essere gli aiuti della sua
bottega. Ancora nel Battista d’una nicchietta a sinistra può
notarsi la reminiscenza, diciamo così, fisionomica, del Sa7z Se-
bastiano in legno e del San Giovanni del monumento Cam-
poneschi; ancora nei cherubini alati, che spuntano fuor dalle
nubi sulle quali siede la Vergine, si rivedono le dolci testine
formate su quelle del Rossellino. A Roma, alla fine del ‘400,
l’Ariscola aveva trovato un mutamento sensibile di forme,