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ginocchioni con una gamba remigante in aria, mostrano che
egli lavorava di maniera, ignaro d’ogni legge."
Nel periodo 1474-1480 Mino da Fiesole eseguì il monu-
mento del Cardinal Nicola Forteguerri (7 1473), in Santa Ce-
cilia; condusse quello di Francesco Tornabuoni (7 1480),
in Santa Maria sopra Minerva, e fece la Madonna col Bam-
bino nell’altro di Cristoforo della Rovere (+ 1479), in Santa
Maria del Popolo. Nel sarcofago e nel fondo del sepolcro del
Cardinal Forteguerri, pur conformandosi ai monumenti ro-
mani, non dimenticò le eleganze toscane, e la mandorla per
la Madonna, le nicchie per i Santi (fig. 439), i quali non
furono però eseguiti dalla sua mano: e tutta l’arte di lui di-
venne più equilibrata, più meditata, adulta. Così anche nel
monumento a Francesco Tornabuoni, dove gli ornamenti
sono di stragrande delicatezza, e in ispecie le sfingi ai lati
del sarcofago così vagamente acconciate, con quei nastri, e
quelle alucce e quelle perle messe là con grazia tutta fem-
minile. La figura del Tornabuoni è disfatta, divien cartila-
gine sul letto sepolcrale; ma nella testina dolce, c’è quel-
l’amore che Mino infondeva naturalmente nelle sue cose.
Anche la Madonna del monumento del Cardinal della Rovere,
a Santa Maria del Popolo (fig. 440) è tra le più gentili cose
di Mino. Se ne attribuiscono a lui molte altre in Roma, tutte
eseguite da suoi seguaci di cui diremo in seguito, meno una
Madonna che dall’Ospedale di San Giovanni in Laterano
passò a quello di Santo Spirito. Si potrebbe anche ammet-
tere per suo il Giudizio Universale, nella tomba del Cardinal
Giacomo Piccolomini o Ammanati, noto per le Apistole e i
Commentari sotto il nome di Cardinal di Pavia (7 1479), ma
a osservare la sgradevolissima scultura nel chiostro di San-
t’Agostino, riduzione del Giudizio Universale nel monumento
di Paolo IL, vien fatto di supporre che alla fine del periodo
I Lo TscHu»I (op. cit.), assegna anche a Mino: la Tentazione d' Eva e i due angeli
che reggono la cartella sul sarcofago del Papa Paolo II; ma queste parti sono da attri-
buirsi al Dalmata, più forte e roccioso ne’ drappeggiamenti.