e invece non fu probabilmente eretta mai in questa città, *
trovandosi nel Museo Nazionale di Firenze i due bassorilievi
che ornarono la fronte del sarcofago, e a Parigi, provenienti
dicesi da Firenze, nella Collezione André, quattro Vz7/2 che
ornarono probabilmente la base (fig. 482). Uno de’ basso-
rilievi rappresenta Giovanni Tornabuoni che riceve ad un
tempo la notizia della morte della moglie e della nascita
del figliuolo; il secondo, la morte di Francesca Tornabuoni.
Andrea figurò le due scene familiari nel suo proprio tempo:
la Tornabuoni, dato alla luce il figlio, si ripiega sul letto,
esanime, sostenuta dalle comari, e intanto altre donne accor-
rono, gridano, si disperano: ne arriva una a destra, coi capelli
e le vesti al vento, e sembra Maddalena che si approssimi
alla salma di Cristo; piangono le altre, e una, seduta a terra
presso il letto, si tiene con le mani il capo, formando un
contrasto con la donna, pure seduta a terra, che tiene nel
grembo il neonato in fasce. Nell’altro bassorilievo, ecco il
Tornabuoni che arriva e guarda, giungendo e stringendo
le mani, il suo bambino presentato da una vecchia comare:
le donne attorno torcono gli sguardi, piegano la testa, sen-
tendo lo straziante conflitto della gioia e del dolore, della vita
e della morte; Giovanni Tornabuoni guarda il neonato che
raccoglie lo spirito materno, il lascito della povera moglie.
In questi bassorilievi il Verrocchio appare sotto un aspetto
nuovo, ribelle alle tradizioni dell’antico, intento a rappre-
sentarci la realtà della vita, la commedia umana. Nella forma
lo diremmo un barocco del Quattrocento, se la pesantezza
non fosse attenuata dalla ricerca scrupolosa del particolare
e della sincerità dell’espressione. Più barocco sembra nelle
quattro Vi7z#tà della Raccolta André, coperte da grossi panni:
la Fede col calice, la Speranza col capo alato e le mani
giunte verso l’alto, la Carità con la cornucopia e il vaso fiam-
I A, REUMONT in Giornale d’Erudizione Artistica, 1873, pag. 167; E. RiIpoLFI, Gio-
vanna Tornabuoni e Ginevra de’ Benci in Arch. stor. ital., serie V, t. VI, 1890.
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