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solennità e ricchezza al monumento. Il modello era stato
cominciato dal Verrocchio, che, nel 1488, in fin di vita,
supplicò nel testamento la Serenissima a permettere che lo
compisse il proprio discepolo, Lorenzo di Credi; questi però,
non essendosi il Senato veneziano curato della supplica del
grande artista, ebbe solo il pietoso ufficio di trasportarne
la salma da Venezia a Firenze. A cinquantasei anni si spense
il maestro dell’uomo più augusto che mai sia apparso nei a
campi dell’arte, Leonardo da Vinci. Al confronto di lui, il
Verrocchio ci richiama il Centauro che educa Apollo. La
forza plastica del Verrocchio si trasfuse in Leonardo, nobi-
litandosi, divinizzandosi, assorgendo alla più completa per- i
sonificazione del genio.
Tra i discepoli del Verrocchio, il Vasari, dopo Leonardo ini
da Vinci, rammenta Pietro Perugino, Nanni Grosso, Lorenzo i
di Credi, Francesco di Simone fiesolano, Agnolo di Polo de
de’ Vetri. Di Nanni Grosso rimane solo il ricordo del suo
carattere bizzarro, lasciatoci dal Vasari; ’ di Francesco di Mat
Simone diremo in seguito; di Agnolo di Polo, figlio di ol
Polo d’Angelo de’ Vetri e fratello del medaglista e intaglia- !
tore di gemme Domenico di Polo, sappiamo che alla morte vi
del Verrocchio era diciottenne, più un garzone della bottega è
che un allievo.° Lo troviamo nel 1495 a Pistoia, intento ad tal
eseguire per un tabernacolo nell’oratorio dello Spedale della !
Morte una Santa Maria Maddalena, che racconciò nel ’98
perchè tutta rotta, e di bel nuovo nell’anno 1500, trovan-
dosi l’immagine « in pezzi allo Spidale della Morte ». Può
darsi che casi fortuiti portassero alla rottura della statuetta,
ma anche che. l'artista nel cuocere la terra. non avesse
le cure dovute, e che sia giusta l’accusa mossagli dal Va-
tEdicit., 151, pag. 370;
2 PELEO BAccI, Agnolo di Polo allievo del Verrocchio in Rivista d’ Arte, 1905, nel-
l’anno Ill, n. 9.