= Gi
È supponibile che l’artista abbia eseguito parecchie de-
corazioni nella Badia suddetta, specialmente negli stipiti delle
porte e delle finestre dell’antica libreria, dove sono profuse a
sazietà fave e fave. Furono i lavori della giovinezza, dal 1463
al 1466, prima del tirocinio nello studio del Verrocchio. Da
Firenze quindi Francesco si recò nelle Marche, nelle Ro-
magne e a Bologna, dove scolpì il monumento Tartagni, fece
quello di Vianesio Albergati seniore per la chiesa di San Fran-
cesco, poi ricomposto nella Certosa, ora rimesso in quella.
Ricorse in esso alle forme consuetudinarie, nelle palme bac-
cellate a sostegno della salma, ne’ festoni attaccati e composti
come già nel ciborio di Monteluce, nelle cornucopie con la
palmetta nel mezzo, nelle candelabre, ecc. Tali motivi orna-
mentali tornano nella porta d’ingresso del palazzo Bevilacqua
in Bologna, opera di Francesco di Simone medesimo, eseguita
dopo il 1481 per commissione del chiaro giureconsulto Nic-
colò Sanuto. Oltre i monumenti Tartagni e Albergati, gli
ornamenti di finestre per il San Petronio, la porta del pa-
lazzo Bevilacqua, un ciborietto di cui rimane solo la base
nel Museo Civico di Bologna (in tutto simile a quella del
tabernacolo di Monteluce), Francesco fece anche la sepoltura,
già dichiarata di sua mano dal Lamo, di Pietro Fieschi, pro-
tonotario apostolico, ridotta poi al principio del secolo scorso
ad uso della famiglia Malvezzi e alterata in moltissime parti.
Si vedeva nella Certosa di Bologna, dove fu trasportata dalla
chiesa di San Francesco, che ora l’ha riavuta.
| Da Bologna Francesco di Simone si recò ad Ostiglia o
vi mandò il ciborio, ora nella chiesa principale del luogo. I
putti che si avanzano sulla trabeazione sono gli stessi angioli
verrocchieschi dalle carni insaccate; il Bambino Gesù bene-
dicente par cavato dalla stampa dell’altro che sta nel calice
del ciborio di Monteluce; le teste esialate intorno all’arco
della porticina sono le stesse di Monteluce, di Piandimeleto,
di Fiesole; l’Arcangelo Raffuele e Tobiolo, nella base del
tabernacolo, s’approssimano in particolare al Verrocchio.