per la giostra di Lorenzo de’ Medici (1469), * un elmetto
d’argento donato a Federigo da Montefeltro (1472), una
croce d’argento pel Carmine a spese di Tommasa de’ Sode-
rini (1472), un bacino grande d’argento per la Signoria (1473);
un reliquario per il dito di San Giovan Battista (1478) e
una coperta d’argento con varie figure ad un Epistolario
per gli Operai di ‘Santa Maria del Fiore. * Fece anche disegni
per ricami all’Opera di San Giovanni (1466), che servirono
a paramenti sacri, staccati dai quali oggi si vedono nel
Museo di Santa Maria del Fiore; ® e oltre quelli, disegnò
probabilmente il paliotto donato da Sisto IV alla Basilica
d'Assisi.
Lasciò talvolta l’oreficeria per la pittura collaborando col
fratello Pietro in molte opere, in quella principalissima delle
Forze d'Ercole dipinta nel 1460 per Casa Medici. Dopo che
Masaccio dipinse nella cappella Brancacci e prima che Leo-
nardo e Michelangelo coi loro cartoni segnassero all’arte i
nuovi orizzonti, non vi fu opera più celebrata, imitata, stù-
diata di quelle Ho7ze d'Ercole, che oggi possiamo appena
ricostruire con l’immaginazione, servendoci anche delle altre
pitture eseguite da Antonio col fratello: tutte a figure me-
talliche, coperte di broccati luccicanti, di ricami con ornati
di perle e altre finezze d’orafo, con orlature a sottili lami-
nette ageminate e smaltate, con le mani dalle dita a raggi,
che hanno l’apparenza di tentacoli di polipo, con le forme
dure e angolose in contrasto con la ricercatezza dell’orna-
mentazione.
Antonio Pollaiuolo si trovò forse in contrasto col Vetroc-
chio, e quando cercò la commissione per sè e per suo fratello
1 BORGHINI, Discorsi, Fiorenza, 1585, 11, pag. 162-164.
2 MILANESI, note al VAasaArI, ed. cit., III, pag. 298.
3 GAYE, Carteggio cit.; I, pag. 570-571.
4 MILANESI, note sudd, pag. 298.
5 Catalogo del Museo dell’Opera del Duomo, Firenze, 1904.
6 A. VENTURI, 27 Paliotto di Sisto 1V nella Basilica di Assisi disegnato da Antonio
Pollaiuolo in L’Arte, 1906.