— 22 —
San Barnaba non determinata ancora, e nel 1404 una figura
di Profeta. Compiva inoltre insieme con Pietro Monich
altre due statue di Profeti, non condotte a termine da Annex
Marchestem sorpreso da morte. Due altre di Frofeti nel 1404
imprendeva Matteo de’ Raverti, ma una di esse non ottenne
l’approvazione del pittore e de’ maestri soprastanti alla Fab-
brica, per essere 707 bene laboratam ad plenum.’ Uno dei
due Profeti può riconoscersi nella statua sul pilone VIII,
avente nel drappeggio simiglianze col San Babila (fig. 551)
affidato all’artista medesimo, per pubblico incanto, nel 1404.?
Quantunque abbia caratteri tedeschi, specialmente nei tre
fanciulli martiri Urbano, Opolono e Priliadano, inginocchiati
ai piedi del santo Vescovo, la figura prova la maestria
del Raverti, di gran lunga superiore a quella di Antonio
Briosco che eseguì altre statue di Santi intorno il 1414, e
di maestri campionesi del tempo. Molte altre opere per il
Duomo condusse Matteo Raverti, dal 1398, in cui si unì
ai lapicidi della Fabbrica, sin verso il 1420,* quando si recò
a Venezia a lavorare nella Ca’ d’Oro e nel monumento dei
Borromei nella cappella di Sant’ Elena (1422), oggi distrutto. ®
A lui si possono ancora attribuire due statue del Duomo,
l’una di un santo Papa, supposto Alessandro V (?), l’altra di
San Galdino (fig. 552), ° tanto per il tipo, quanto per il drap-
peggiamento di panno grosso, a pieghe semplici e lunghe, ’
1 UGo NEBBIA, op. sudd., pag. 86 e seg., documento a pag. 89; MEYER, Oberitalie-
nische Friihrenaissance, Bauten und Bildwerke der Lombardei, 1, Berlin, 1897, pag. 61
e seguenti.
? IDEM, id., riprodotta col n. 2393, senza indicazione d’au'ore così: « Un profeta (?) ».
3 IpEM. idem. pag. 107.
4 Si è assegnata la data del 1418 all’andata di Matteo Raverti a Venezia, data che
corrisponde all’inizio della cappella de' Borromei a Sant’ Elena; ma la cappella fu ese-
guita tra il 1418 e il 1420 dal muratore Cristoforo da Milano e dai suoi fratelli Rigo ed
Ambrogio (cfr. PAOLETTI, op. cit., I, pag. 57, nota 1), mentre il monumento del Raverti,
secondo il Sansovino, recava la data del 1422.
5 PIETRO PAOLETTI, L'Architettura e la Scultura del Rinascimento a Venezia, parte
prima, Venezia, 1893, pag. 80.
6 UGo NEBBIA, op. cit., pag. ro, propende ad assegnare le due statue a Jacopino da
Tradate.
7 Per tali caratteri del drappeggiamento può supporsi seguace del Raverti (non di
Jacopino da Tradate, come suppone il Nebbia) Beltramino da Rho, che fece un’ insigne
statua di Santo Stefamo nel 1419.