Full text: La scultura del Quattrocento (6)

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nel frontispizio della cappella del Battista a Genova: forma 
rimasta tipica e ripetutasi in altre cappelle della stessa 
chiesa francescana. Ma la decorazione della fronte di quella 
cappella, figurata nel fregio dell’architrave e nel pilastro 
di sinistra (quello di destra manca), è di uno scultore debo- 
lissimo, ad eccezione di alcuni tratti che potrebbero esser 
proprî di Domenico Gagini, a esempio, una testa di putto 
ini atto che s'incontra altre volte in opere attribuite a 
questo maestro, come nella pila dell’acquasanta nel Duomo di 
Palermo, intendiamo in quella a sinistra, quella a destra es- 
sendo alquanto posteriore. Si rivedono coronare la volta del 
baldacchino teste di cherubini dolci, graziosi, paffuttelli, coì 
bei capelli discrimati nel mezzo, leggeri, svolazzanti di qua e 
di là dalle guance. Sono essi un segno che ci permette d’attri- 
buire a Domenico quella pila d’acquasanta con un baldacchino 
a cuspide cinto di testine, sormontato da un angiolo benedi- 
cente, col fondo rappresentante una cerimonia in piccole 
figure: intorno a un prelato che legge la formula della be- 
nedizione, stanno altri sacerdoti e donne ginocchioni, e verso 
lui avanza una Regina col suo cotteo. La pila sotto questo 
magnifico apparato è a conchiglia retta da mensole con 
angioli. 
Le stesse testine d’angioli si rivedono nella mensola che, 
nella prima cappella a sinistra, in San Francesco regge la 
Madonna col Bambino e San Giovannino (fig. 571); lungo è 
il volto della Vergine, quale non si vede nel Laurana cui 
è attribuito il gruppo; le pieghe delle vestimenta sono a 
fascio; il Bambino ha un’espressione triste; il San Giovannino 
si stringe alle vesti di Maria come se fosse rincorso. 
Oltre quest’opera, che pure può attribuirsi a Domenico Ga- 
gini, non senza riscontri con la Madonna nel palazzo Arcive- 
scovile di Siracusa (fig. 572), vi è di lui nella stessa prima cap- 
pella a sinistra in San Francesco un’altra Madonna col Bam- 
bino entro una nicchia, con cimasa che racchiude entro un 
serto di cherubini il Redentore. I candelabri di qua e di là
	        
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