Full text: La scultura del Quattrocento (6)

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lunetta, teste di Profeti entro quadrilobi, duramente con- 
dotte, metalliche, con drappi tirati, con barbe a liste. di 
ferro. Ben sì vede come ai due maestri dovesse sembrare 
farraginosa, complicata la sopraporta della sagrestia meri- 
dionale, disegnata dal Farnech; e come vi aggiungessero 
sull’architrave quadrilobi con testine per far riscontro alla 
sopraporta loro. Ma alla fin fine tanto quella quanto l’op- 
posta da essi lavorata pastano a conchiudere sulla debolezza 
de’ primordi della scultura nel Duomo di Milano, di quel- 
l’arte accattata e informe de’ Lombardi che, lasciate le tradi- 
zioni in decadenza del pisano Giovanni di Balduccio, cercarono 
2a tentoni forme pittoriche, effetti decorativi, naturalistiche 
determinazioni, più libertà e più vita. Ancora non erano 
andati del tutto dispersi gl’insegnamenti di Giovanni di 
Balduccio, ch’ebbe tanto seguito in Lombardia per tutto il 
Trecento; e ne sono una prova l’altar maggiore in Sant’ Eu- 
storgio, * alcuni monumenti in San Marco di Milano, e 
anche, se vuolsi, il tardo capitello votivo della piazza grande 
di Cantù, dove si vede, tra le altre figure, una Madonna 
che tiene sotto il manto una nidiata di bambini. * 
Più eruditi e più esperti furono Pietro di Francia e Annex 
îMarchestem, doni magistri a figuris, che lavorarono proba- 
bilmente alcune mensolette figurate del primo ordine di 
statue delle finestre della crociera e delle sagrestie, formate 
da Profeti, da lanzi (figg. 13 e 14), da putti. tra rami d’al- 
beri, sostenenti un gran libro aperto sul capo. In alcune 
delle mensolette ebbero parte Giacomo da Campione e Gio- 
vannino de’ Grassi, ma altre hanno una sicurezza di esecu- 
zione e un’impronta straniera così decisa nelle teste e nella 
decorazione, da moverci ad attribuirle a Pietro di Francia e 
I A. VENTURI, Storia dell’ Arte italiana, IN, 1995. 
2 Cfr. CARLO ANNONI, Monumenti e fatti politici e religiosi del borgo di Canturio e 
sua pieve raccolti ed illustrati, Milano, G. Ferrario, 1835. Il monogramma di San Ber- 
nardino sul capitello monumentale ci fa credere alla tardività di esso. Per lo studio di 
opere d’arte lombarde cfr. D. SANTE MONTI, Storia ed arte nella provincia e diocesi di 
Como, Como, Ostinelli, 1902.
	        
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