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Più del Caradosso, si rivela con le opere Cristoforo Solari,
detto il Gobbo, che però svolge la sua attività specialmente
nel ’500. Lo scultore, tra i suoi primi saggi, ci ha lasciato il
monumento a Ludovico il Moro e a Beatrice d’Este sua
consorte, nella Certosa di Pavia (fig. 633). Giaccion essi sulla
tomba come se fossero stesi sulle coltri, stanchi dopo una
lunga cerimonia; lui, magnifico signore, tiene ancora il ber-
retto in una mano; lei, ornata gentildonna, una pelle in-
torno alle braccia. Sono acconciati a festa per entrare nella
Corte eterna, come nel salone del trono del loro castello. Lo
scultore vuol rendere la finezza del vero, ma ingrossa le più
sottili particolarità, facendo le sopracciglia come spiche, le
palpebre come denti di pettini, i capelli come cordoni. Su-
perficiale è nella fattura. delle carni levigate, lustre, ceree,
nel segnare con un graffito o con un solco le vertebre del
collo, le falangi delle dita; artificioso nelle pieghe traforate;
non esente dall’influsso di Leonardo nelle teste che sembran
tratte da un dipinto di Boltraffio. Benchè nella giovinezza,
intorno il 1489, Cristoforo Solari sia stato a Venezia per
eseguire la cappella di San Giorgio nella chiesa della Carità,
lo stile delle due lastre tombali è lombardo, sviluppatosi da
quello di Benedetto Briosco. Ma in sèguito, veduta Roma, il
Solari cercò nella grandiosità delle masse la forza dell’effetto,
e divenuto lo statuario ufficiale della Cattedrale di Milano,
interruppe la continuità dell’arte derivata dall’Amadeo. Prima
del 1501, anno in cui con singolari condizioni partecipò alla
fabbrica del Duomo, di suo resta forse soltanto la figura
di Gian Galeazzo Visconti, distesa sul sarcofago della Certosa,
nel monumento di Cristoforo Romano e di Benedetto Briosco.
1 SANSOVINO, op. cit , pag: 96. Su Cristoforo Solari v. CAFFI, La famiglia dei So-
lari in Arte e Storia, settembre 1888; FR. MALAGUZZI VALERI, / Solari, architetti e
scultori lombardi del XV secolo in IHtalienischen Forschungen, I, Berlin, 1906.
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