navata maggiore si svolge l’Apocalisse e son rappresentate
le Viz#; nella seconda son figurati la Genesi e i Sette Sacra-
menti; nella terza e quarta si stendono i Cori angelici e sì
spiegano la Vziia di Cristo e la leggenda di Santa Caterina.
Non mancano, specialmente nei Sette Sacramenti e nelle
Virtu, forme che attestano qualche rinverdimento del tronco
antico della tradizione pittorica napoletana. Il che si vede
pure negli affreschi d’una cappella in Sant’Angelo di Ra-
vescanina presso Alife, dedicata a Sant'Antonio abate. !
La nuova signoria aragonese doveva apportar artisti di
Spagna nell’Italia meridionale. Alfonso I d’Aragona, mentre
assediava Napoli, scrisse il 27 d’ottobre 1440, invitando il
governatore di Valencia a inviargli al campo il figlio d’un
tagliapietra della Corte, il pittore Jacomard Bacé;® e nel 1442,
Alfonso, presa Napoli, affidò a quel maestro di dipingere
un’ancona per la chiesa di Santa Maria della Pace, eretta
sul Campo Vecchio, nel luogo dove il Re aveva avuto la
visione della Vergine che gli aveva indicato il modo d’im-
padronirsi della bella Partenope.
Il pittore compì il quadro nel 1444, e continuò a pre-
star servigi, come « familiare » del Re sino al 1451, anno
in cui fece ritorno a Valencia. Di lui rimane a Napoli, se-
condo l’ipotesi verosimile del Bertaux, il quadro di San Lo-
renzo Maggiore, rappresentante San Francesco che dà la
regola; * e di un maestro suo conterraneo è pure il San-
t’Antonio su fondo « estofado de oro » nella chiesa stessa. Alla
Corte di Alfonso d’Aragona Jacomard Bacò vide, parec-
chie tavole di pittori fiamminghi ai quali si professava de-
voto, e, tra le altre, due opere del maestro de’ maestri, di
cu E seg
FR
© A. FILANGIERI DI CANDIDA, Tardi riflessi dell’ Arte di Pietro Cavallini nel Onuat- Isl
trocento (Atti dell’Accademia Pontaniana, vol. XXXVIII, Napoli, 1908). CR
2 RAMON CASELLAS in La Veu de Catalonya, 28 agosto 1906 (cit. da E. BERTAUX, pas
Les primitifs Espagnols, III, in Revue de l’ Art ancien et moderne, XXII, pag. 339 e seg.). lie
3 CAMILLO MINIERI RiIccIO, Alcuni Jatti di Alfonso 1 d'Aragona dal 15 aprile 1437 in
al 31 di maggio 1458 (Arch. stor. per le prov. Napoletane, n. VI, Napoli, 1881, pag. 1-36, 7
231, 258, 411-468).
4 EMILE BERTAUX, loc. cit., pag. 347 e seg.