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è condotto con maggiore attenzione di quella usata da quei
maestri, arricchito da ricami e dorature. Il fondo è quadret-
tato alla maniera francese, e tra gli spazi, risultanti tra le
croci unite a quattro a quaiîtro per le punte estreme dei
bracci, sono cervi, cicogne, grifi, leoni, cigni, draghi, iene ecc.
Le figure sono contornate da un segno rossiccio e modellate
sommariamente. Tuttavia gentili d’aspetto sono gli angioli
dai capelli gialli a riccioli che fanno zazzera a grondaia,
dagli alti colletti che forman gorgiera, nel modo che si vede
nell’arte fuori d’Italia.
La infiltrazione di forme francesi in Ottaviano Nelli e,
come vedremo, nei pittori da San Severino, si può spiegare |
supponendo che quegli artisti avessero a mano esempî di
codici miniati d’oltremonte. E l’ipotesi è plausibile quando
si osservino nella Madonna di Belvedere i rapporti con forme '
esotiche più che con la tradizione artistica locale. Ma l’effetto |
delle nuove e vivaci forme importate poco durò su Ottaviano.
Ancora un poco nell’ancona del municipio di Pietralunga e
nella rappresentazione, non ancora attribuitagli fin qui, dei |
Sacramenti nella volta della chiesa di San Francesco in
Montefalco. Non più a Sant'Agostino di Gubbio: nell’an-
cona che incornicia l’altare sottostante, si vede rappresen-
tato da lui il Giudizio Universale; sotto la gran mandorla
di Cristo giudice è un lago di fango, un angiolo conduce
un ignudo alla porta del Paradiso, molti oranti si buttano
quasi bocconi a terra, molte anime in forma fanciullesca sono '
castigate ne’ modi più strani e anche fanno di sè mostra
oscena. L’artista vuol muoversi fuor dalle vecchie limita- co
zioni iconografiche, sfogare il proprio spirito vivace; ma in
sempre più trascurato, cade nella volgarità. Nella volta del-
l’abside, come nelle pareti a destra e a sinistra, della stessa
chiesa di Sant’Agostino, rappresentando i fatti della vita di
questo Santo, peggiora, fa gli occhi grandi da maschera, af- 4
folla personaggi, affastella cose. Le sue forme si disfanno, come piti
si vede nel III altare a destra di quella chiesa, dove la Ma- sa