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donna sfiorita ricorda in qualche modo la primitiva di Santa
Maria Nuova. E in Santa Maria della Piaggiola Ottaviano
indebolito, sformato, si vede nell’altar maggiore, nella pit-
tura in gran parte ridipinta. La sua scuola par che ne af-
fretti il disfacimento della maniera, come si nota nel San Ci
sto/foro sotto l’arma di Martino V nel palazzo Beni di Gubbio,
nella parte superiore degli affreschi assegnati a Tommaso
Nelli in San Francesco, nella Messa di San Gregorio della
prima cappella a destra di Santa Maria della Piaggiola.
La decadenza di Ottaviano toccava limiti estremi già
nel 1424, quando dipinse nel palazzo de’ Trinci in Foligno,
non nell’anticappella, che a torto gli è attribuita, ma nella
cappella del palazzo, dove per l’innesto delle forme antiquate
di Taddeo di Bartolo diviene grossolano, informe, sciancato,
talvolta barbaro. Sulla volta della cappella e sulle pareti,
nelle storie della Vita della Vergime (fig. 91), è la parodia
di Taddeo di Bartolo. La naturale vivacità di Ottaviano lo
porta a rompere il ritmo, a distruggere il decoro del suo mo-
dello, sì che pare un burlone che, entrato in una sagrestia, ve-
stitosi d’indumenti sacri, faccia carnevale. È continuò a farlo
nel palazzo de’ Trinci, nella sala dei Giganti, dove le immc-
gini degli eroi biblici, greci, romani, carolingi, di grandi
proporzioni, perdono forma e carattere. Giosuè o Scipione
Africano o Alessandro Magno o Goffredo di Buglione di-
vengono insignificanti pupazzi, quali potrebbero essere im-
provvisati con carta pesta per un carro carnevalesco.î
1 codici figurati venuti d’oltremonte o eseguiti da Italiani
seguaci di minatori francesi, influirono, come nell’arte primi-
tiva di Ottaviano Nelli, così su quelli dei fratelli Lorenzo e Ja-
copo da Sanseverino,” i quali andarono sulle tracce delle ricche
I Alla scuola del Nelli, e non di Gentile da Fabriano, va ascritto il trittico del Museo
Civico di Fabriano. (V. riproduzione in COLASANTI, op. cit., pag. 67). Il CALZINI discorre
di Un’altra pittura del Nelli in Urbino in Rass. bibl. dell Arte ital., 1899, pag. 109 e seg. (La
pittura ad affresco è nella Cappella che precede la Sagrestia dell’ Oratorio di San Gaetano).
2. VV. E ALEANDRI, Sulla famiglia dei pittori Lorenzo e Giacomo di Salimbene da
San Severino in Arte e Storia, luglio 1901.